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Quella sostenibile lentezza dell’essere…alla riscoperta del vivere pian piano?

17 Aprile 2015 - VI PROPONGO

Di: Fabiana Carucci

 

Di sicuro tutti, oggi, facciamo tutto e di più e anche di corsa. La società ci vuole capaci di emulare le macchine. Si, proprio quelle macchine di nostra creazione, ideate per regalarci tempo da dedicare a noi ed ai nostri cari e che ora sono diventate, più o meno consapevolmente, i modelli da raggiungere a caccia di una “perfezione” inesistente quanto non appartenente all’essere umano.

In un’affannata corsa perenne (si dorme anche di corsa a volte), ci dirigiamo avanti nella vita finché il muro della consapevolezza ci impone un fermo secco, uno stop che magari arriva per alcuni a causa del lavoro, per altri per differenti motivi. Una cosa è certa però; quando arriva lo specchio che frena la corsa e impone di guardare ciò che siamo e che stiamo facendo ci sono principalmente due tipi di reazione. Ora accade che alcuni riscoprono se stessi e ciò che veramente amano. Ecco che un hobby a cui ci si dedicava in ritagli di tempo che diviene l’attività centrale della vita, quello che si vuol fare davvero, che piace: quanto fa sentire vivi ed essere se stessi e che da pienezza e soddisfazione; ciò che è privilegio dei fortunati. Quelli così li riconosci perché girano come un po’ immersi tra le nuvole: sorridono, sono sereni e sembrano ben sapere cos’è il gustar la vita in tutta la sua pienezza.

Altri non vorrebbero proprio andar più lentamente e, anzi, amano il loro correre all’impazzata…ma correre verso cosa? No, la meta non si vede e forse non c’è ma non importa: correre correre e fare sempre più cose: perfezionarsi sempre, sacrificando la bellissima e umana imperfezione che permette di respirare a fondo invece che affannarsi. Magari così non si è costretti a fermarsi, a pensare a quanto, sempre di più, non va o non piace della propria vita. Tutto ciò finché accade quel qualcosa che impone una fermata brusca davanti ad uno specchio. Questi li riconosci: sono sotto shock, inizialmente confusi, forse entrano in panico. Tristemente a volte perdono la ragione. Alcuni cadono nel baratro della disperazione irreversibile ma altri no: altri cadono e poi, più o meno lentamente si rialzano e iniziano a vedere nel fermo forzato un’occasione.

Così, ciò che inizialmente sembrava cosa del tutto negativa, li riporta magari a riscoprire il tempo da dedicarsi, la piacevolezza della lettura o di un’altra cosa che davvero si ama: quella nascosta in un angolo e messa li da parte per…chissà quando. Si ritorna a mangiare lentamente gustando il cibo, lentamente muoversi per non recar magari disturbo a un figlio o a un altro caro che dorme; il girarsi con calma per non rischiar di pestare la zampina al cucciolo di casa. Così un gesto tira l’altro e improvvisamente non si corre più velocemente per strada e con la testa bassa mentre si parla al cellulare, ma si passeggia osservando quanto d’intorno, spesso con un occhio alla natura circostante.

Così si ascoltano i rumori, si riscoprono i sapori, si vedono le cose e così, proprio così, l’essere umano inizia a riscoprire la parte perfettibile ma giammai perfetta della sua natura, si riappropria del suo essere, rinasce a umana vita e forse riprende ad usare le macchine e le innovazioni create per aiutarlo, cessando invece di esser delle innovazioni schiavo.

Questa riscoperta del tempo vissuto scandendo minuto per minuto ed assaporando la vita in ogni suo istante, permette a tutti, a qualsiasi categoria si appartenga, di avere un’occasione: l’occasione per capire, per rinascere, per rivivere e magari cominciare da capo, verso una vita a ritmo, comunque più umano, sicuramente più interessante.

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