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Teatro – Intervista con l’attore palermitano Pierpaolo Saraceno che porta in scena al Palladium di Roma in unica data, 12 marzo, “RADIO AUT La voce di Peppino Impastato”. Storia di un giornalista siciliano in prima linea nella lotta alla Mafia…fino alla fine.

9 Marzo 2015 - ARCHIVIO

Di: R.C.

Onirika del Sud
con Il Rinoceronte
presentano
RADIO AUT
La voce di Peppino Impastato
Di Pierpaolo Saraceno
Con Pierpaolo Saraceno, Mariapaola Tedesco, Francesco Bellezza, Daniele Baffo
12 marzo 2015
TEATRO PALLADIUM
Radio Aut – la voce di Peppino Impastato” è il titolo scelto da Pierpaolo Saraceno per ricordare il giornalista, attivista e poeta italiano ucciso dalla mafia nel 1978. Lo spettacolo, che sarà in scenail 12 marzo al Teatro Palladium, vede sul palco: Mariapaola Tedesco, Francesco Bellezza, Daniele Baffo e Pierpaolo Saraceno, che ne firma anche il testo.
Dalle frequenze di Radio Aut, radio libera fondata a Terrasini nel 1977, si poteva ascoltare la voce secca, diretta e sincera di un uomo semplice e umile, ma tanto forte da sfidare nella sua terra, martoriata dalla mafia, la sua stessa famiglia mafiosa. Quell’uomo è Peppino Impastato, grande lottatore, ma soprattutto grande spirito ribelle, ucciso soli trent’anni su ordine del capo di “Cosa Nostra”, Gaetano Badalamenti (Don Tano), bersaglio preferito di Peppino nelle sue trasmissioni di Radio Aut.
É in questo preciso contesto che avvengono le pesanti denunce dirette ai vari componenti, succubi del forte potere di Cosa Nostra. n
A spezzare tutto questo caos è la madre, Felicia Bartolotta, costretta a subire dei colpi morali da parte del marito, Luigi Impastato, nei confronti del figlio.
Felicia cerca in tutti i modi di sviare Peppino a quello che immaginava sarebbe stato il suo destino se avesse continuato a denunciare i soprusi della mafia.
E per questo motivo tenta di convincerlo ad andare in California, dove risiedono cugini di famiglia, ma nulla da fare: Peppino continuerà a lottare contro la mafia per la propria terra, la Sicilia.
Terra da tanti amata e da molti “arricurdata”.
L’ambiente scenico è diviso in due parti: da un lato la madre di Peppino che racconta, con occhi pieni di amore, il mondo del figlio, la sua lotta, la sua forza d’animo. Dall’altro, una serie di flashback, che ripropongono la vita di Peppino, le sue azioni, ma soprattutto la sua voce
NOTE DI REGIA
Il palcoscenico sarà diviso da due figure portanti: la raffigurazione di un dolore materno (in questo caso di Felicia Bartolotta), che rappresenterà l’attuale; dall’altra vari flashback di Peppino Impastato, che creeranno un excursus cronologico, il quale assumerà un aspetto sempre più diretto, “da denuncia” nei confronti dei personaggi tipici che si aggirano a Mafiopoli. Tanto dolore da una parte; tanta ribellione, voglia di fare, coraggio e sarcasmo dall’altra, che condurranno questo giovane trentenne ad una tragica morte. Una madre che parla a quarta parete aperta per esprimere tale ingiustizia ma soprattutto tale dolore; Peppino Impastato che, attraverso la sua voce e il suo spirito “radiofonico”, continua a lottare per questa precisa ingiustizia: la mafia.
Quest’ultimo è un personaggio che rispecchia ciò che oggi dovrebbe essere un esempio per tutti i giovani. Appunto per questo si è cercato di creare la realtà dei fatti, sottolineando l’espressione diretta verso i radio-ascoltatori ed, in questo caso, gli spettatori. Un personaggio che valica il medio coraggio, puntando l’infinito; così, in maniera radiofonica, parlerà senza pudore ma soprattutto senza paura, per amore della propria terra.
Sullo stesso piano si pone la madre che sviscera in maniera continua la profonda emozione dolorosa per la perdita di un figlio; per questo motivo parlerà a quarta parete aperta, per far sentire il dolore ancora più vicino, visto e considerato l’istinto materno che ogni essere umano ha dentro di sé.
Tutto verrà messo in scena con una semplice scenografia, che rispecchia l’adattamento, la creazione, l’intraprendenza e la fantasia di Peppino Impastato e dei suoi amici collaboratori di quel tempo. Roba tappezzata, ritrovamenti di attrezzatura radiofonica, ma soprattutto vecchi mobili al di sopra dei quali verrà appoggiata quella che per quest’uomo era fondamentale nei giovani: la Cultura.
Il tutto sarà messo in scena da soli due attori che punteranno a tirar fuori i punti focali della tragica vita di questo ragazzo. Un excursus formativo radiofonico di Peppino Impastato, le narrazioni del dolore materno di Felicia Bartolotta, col finire con la morte dello stesso Peppino e la disperazione della madre. Inoltre vi sarà la presenza di un fantasista, che attraverso la sua arte luminosa accompagnerà la madre in un percorso di dolore estremo, sfidando nel bel mezzo dell’Opera la morte, interpretata da un ballerino che accompagnerà Peppino Impastato fino alla fine. Un tocco Onirico per far viaggiare gli spettatori da una realtà terrena ad una realtà ultraterrena.
Radio Aut – La Voce di Pappino Impastato
Testo e regia di Pierpaolo Saraceno
Con Pierpaolo Saraceno, Mariapaola Tedesco, Francesco Bellezza, Daniele Baffo
Musiche originali di Concetto Fruciano
Luci di Gianni Grillo
Scene e costumi di Pierpaolo Saraceno
Coreografie di Daniele Baffo
Foto di Danila Maini
Produzione di Onirika del Sud
Co-produzione di Il Rinoceronte
Teatro Palladium
12 marzo 2015
ore 21.00
Bglietti Platea, Intero 15.00 – Ridotto 10.00
Galleria Intero 10.00 – Ridotto8.00
Studenti 5.00
Info e prenotazioni: 06.97.60.29.68

 

 


INTERVISTA A PIERPAOLO SARACENO

 Di: Fabiana Carucci


Quest’intervista vuole essere un omaggio a Saraceno, ad Impastato, a chi con la penna, con la voce, con un atto di coraggio e denuncia, con la propria arte, il proprio mestiere di magistrato o altro, continua a lottare contro questa piaga, consapevole che, come diceva un uomo simbolo di tale lotta: “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine“. Giovanni Falcone (1939 – 1992), magistrato italiano.

Andiamo a conoscere l’attore siciliano Pierpaolo Saraceno che si presenta raccontandoci il suo percorso professionale, che  lo ha portato fino a questo 12 marzo al Palladium di Roma.

Saraceno: “A 18 anni sono andato via dalla Sicilia per gli studi universitari. Arrivato a Firenze ho continuato la passione che mi hanno trasmesso alle scuole superiori frequentando il Centro di Teatro Internazionale diretto da Olga Melnik e la scuola di Cinema Immagina di Giuseppe Ferlito, formandomi come attore. Tale formazione é stata molto importante per avvicinarmi sempre di piú al Teatro. Così mi sono trasferito a Roma studiando con Francesca De Sapio e mettendomi in gioco tra Cinema e Teatro. Essendo inoltre uno studioso e ricercatore siciliano, ho buttato su carta ciò che mi affliggeva da tempo… La Mafia, creando la mia Opera Teatrale ” RADIO AUT La voce di Peppino Impastato”. Dopo tanto rumore artistico fatto precedentemente e dopo il film con Roberta Torre ” Romanzo della Sicilia che cambia” eccoci al Palladium”.

2015 – Mafia oggi come ieri. XXI secolo e sembra che ancora nulla sia mutato; che la voce di un giornalista, di una vittima che denuncia, di un attore che ricorda su un palco, siano destinate a cadere nel vuoto. Ma è davvero così?

Saraceno: “I Grandi Uomini che hanno mostrato il loro coraggio dando la loro vita non verranno mai dimenticati come le parole dette rimarranno eterne. Ciò che è stato denunciato negli anni passati ha portato ad un cambiamento attuale della Mafia. Oggi come allora tutto ciò continua non perché tali parole siano cadute nel vuoto, ma perché é cambiato il “Modus Operandi”, facendo diventare ciò un vero e proprio stile di vita. L’ attuale favoritismo e servilismo politico fanno parte ormai della nostra cultura. Utilizziamo il teatro come ulteriore mezzo di comunicazione per rievocare umilmente ciò che è stato detto”.

Portare in scena Radio Aut La voce di Peppino Impastato è stata una scelta che è arrivata in quale momento della tua carriera e come ha influenzato il tuo iter artistico?

Saraceno: “Vivendo in prima persona nella Nostra amata, maltrattata e tanto ” arricurdata” Sicilia ho sentito l’ esigenza e il dovere di riaccendere i riflettori a persone che hanno ceduto la vita, per far si che il loro sacrificio non venga mai dimenticato. Essendo un artista, posso farlo solo in questo modo”.

 Anche alla luce di quest’esperienza, quale sarà il tuo prossimo step?

Saraceno: “Nella nostra filosofia di vita pensiamo sempre all’ oggi e mai al domani, ma in questo caso la mia arte non smetterà mai di mostrare le contraddizioni che viviamo. La mia prossima Opera Teatrale si concentrerà sul concetto di Libertà nel suo più puro significato. Libertà di espressione, di azione e di parola. L’ essere umano in primis… scrutato da un punto di vista leggermente diverso, sviscerando l’opposizione tra l’ essere un nomade libero di natura e il tipico cittadino italiano oppresso dalla società che lo circonda”.

Recensione:
Di: Fabiana Carucci
Questo spettacolo è decisamente un pugno nello stomaco; sopratutto quando ci si rende conto che mentre parla di ieri, è drammaticamente in scena l’oggi. Peppino Impastato è decisamente presente sul palco, perfettamente reincarnato in chi lo sta interpretando. La sua ironia drammatica, gidata dalle frequenze di Radio Aut irrompe in sala e gela le coscienze di chi ascolta e rimane immobile: oggi come ieri. Danno respiro le rapide incursioni di un balleto silente e che pure dice molto, con l’uso esplicativo del rosso e nero e di un gioco di luci eloquente. Arriva dritta alle coscienze anche l’interpretazione che sussurra lo strazio di una madre fragile, quasi nascosta e senza voce eppure “fiore d’acciaio” come sanno essere certe donne, portate splendidamente in scena da bravissime attrici, come accade proprio in questo spettacolo.