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SESTO POTERE, DI FILIPPO GIARDINA. Presentazione e critica.

14 Ottobre 2013 - ARCHIVIO

Stasera Filippo Giardina risale sul palco della Locanda Atlandite di Roma con Sesto Potere, il suo sesto monologo satirico.

Il fondatore di Satiriasi – Stand-up comedy torna con un nuovo spettacolo comico visceralmente impopolare.

Internet ha trasformato gli esseri umani, la religione li ha resi più stupidi e le persone si sono convinte di avere qualcosa da dire.

Perchè la politica è gestita dai ricchi e non dai poveri?

Le donne sono veramente più intelligenti degli uomini?

L’estinzione del genere umano sarebbe una tragedia?

In una società regredita, la risata è rimasta l’ultima, necessaria, forma di contatto con la realtà.

Il linguaggio crudo e i temi trattati rendono Sesto Potere uno spettacolo rigorosamente vietato ai minori di 18 anni.

Locanda Altantide

via dei Lucani 62 Roma

Biglietto: 10.00 senza prenotazione; 6.00 con prenotazione inviando una mail a prenotazionisatiriasi@gmail.com

Critica

Di: Fabiana Carucci

Eh! E non è proprio facile parlare di uno spettacolo di Giardina. Si, perché capita che vai a teatro a vedere una rappresentazione allegra, leggera, comica, a colori insomma, e ti ritrovi davanti ad un artista che è decisamente in bianco e nero. In che senso? Nel senso che Filippo Giardina o lo ami o lo odi, o lo ascolti, o ti rifiuti di sentirlo. Eppure è così: se per un attimo inizi a percepire quella sfumatura di grigio, a carpire quello che ti sta dicendo tra una battuta di sesso facile, di critica religiosa, di droghe più o meno leggere, inizi a comprendere che non c’è da ridere ma da piangere. Perché quello che la satira di Filippo Giardina ti mette di fronte è lo specchio della realtà odierna. Della tua, della mia, della nostra vita quotidiana. Ti racconta di come stiamo trasformando un’umanità potenzialmente stupenda in una forma di vita prossima all’auto estinzione: ma col sorriso sulle labbra attenzione!

Siamo come pesci rinchiusi in un acquario a cui la tecnologia che noi stessi abbiamo inventato per stare meglio, fa credere di essere liberi di nuotare in un mare sconfinato. Invece no, siamo li, imbarbariti da una non cultura dilagante e disumanizzante e ridiamo; ridiamo di tutto e di tutti. E lo strumento diviene padrone di chi lo ha creato.

Abbiamo altri esseri umani proprio lì, lì vicino a qualche centimetro da noi e siamo intenti ogni minuto, ogni ora, ogni giorno, a parlare, vivere, scambiare in realtà virtuale con qualcuno che non vediamo e non tocchiamo ma che, nella nostra mente e vita, è più vero e reale di chi ci sta accanto. E poi ridiamo e ridiamo, e tutti crediamo di essere delle star magnifiche, riflettendoci nei nostri alter ego, nei nostri avatar sui social network, che ci raccontano e presentano al mondo come perfetti, vincenti, ricchi, felici. Invece noi siamo meravigliosamente imperfetti. Sbagliamo una volta si e l’altra quasi, siamo poveri nella stragrande maggioranza; però siamo veri. Il sesto potere della tecnologia oggi lascia a pochi nostalgici il quarto potere della stampa, il quinto della televisione, perché ormai il vero potere è della Rete. La Rete che ci avvicina tutti in un solo unico mondo; fratelli coltelli, tutti bravi e belli e pieni di buoni propositi che mai realizzeremo in realtà. Ma lei, la Rete, ci rende tutti protagonisti e, come dice Giardina: “nell’era dei social network la parola è data a tutti e sapete perché? Perché se parlano tutti, allora non parla nessuno”. Tacete gente: tacete ed ascoltate. Ma in silenzio!