5 Poli di rifermento a cui rivolgersi per cure ad personam con equipe dedicata multidisciplinare. Continuità delle cure post dimissioni per un re-inserimento totale in società e una vita di qualità. Prevenzione, diffusione delle tecniche di primo soccorso, ricerca.
Di: Fabiana Carucci
Si è conclusa la due giorni romana dell’appuntamento in piazza del Popolo con il primo step del GEMELLI INSIEME 50°, cinquant’anni di vita. Un iter di dodici mesi in cui si celebrerà la storia passata del policlinico universitario e si porranno le basi per scrivere quella futura. A dispetto del primo week end estivo con punte di caldo torrido, una continua e copiosa affluenza di pubblico ha caratterizzato questo meeting voluto per creare un incontro tra l’utenza ed il Policlinico Universitario di Roma Agostino Gemelli. Giunto al suo 50° anno di vita, il nosocomio capitolino ha iniziato un percorso di riorganizzazione interna, caratterizzata dall’individuazione di 5 Poli tematici di riferimento, scelti in base alle evidenze mediche di maggior attualità e richiesta.
POLO ONCOLOGICO – POLO EMERGENZA – POLO DONNA – POLO CARDIOVSCOLARE – POLO NEUROSCIENZE.
Sono queste le 5 macro aree tematiche individuate e presentate all’utenza in piazza del Popolo a Roma, ciascuna con il rispettivo stand di riferimento in cui trovare personale medico e paramedico del nosocomio a disposizione dei visitatori per assistenza, indicazioni e consulti gratuiti, nonché per guidare i presenti in corsi di base per la formazione al primo soccorso.
Mens sana in corpore sano; in onore dell’antico motto di Giovenale, il Gemelli ha voluto completare l’area stand con un palco centrale ove, per tutto il corso della manifestazione, si sono alternati momenti di intrattenimento fatti di Radio Live, con i programmi di Rai Radio 2 come “Il Ruggito del Coniglio”, del primo pomeriggio di sabato, che hanno fatto registrare una piazza gremita e partecipe. Ampio richiamo anche per la chiusura domenicale affidata all’Orchestra Sinfonia Giovanile, esibitasi di fronte ad un pubblico entusiasta, con la proposta di importanti pezzi di musica classica come l'”Amami Alfredo” della Bohème, fino al ricordo di colonne sonore italiane da Oscar quali quella dei celebri “Il Postino” ed “Il Padrino” e quelle a firma di Ennio Moricone.
Last but not least, l’area meeting affiancata allo stand ludico-ricreativo per i più piccoli.
Un’iniziativa quindi ad ampio spettro, volta ad offrire assistenza piena al paziente ed un dialogo a 360°. Dialogo a cui il pubblico ha risposto a voce piena con curiosità e partecipazione attiva, indice che non solo l’offerta medica è cambiata ma anche l’approccio dei pazienti, oggi molto più protagonisti e consapevoli, interessati alla cultura medica ed alla prevenzione, certi di far parte integrante ed essere il fulcro di una rete assistenziale non più a comparti stagni, ma composta da professionisti di differenti aree specialistiche integrati fra loro da una rete a maglie sempre più fitte.
L’obiettivo del Gemelli è quello di creare un punto di riferimento per i cittadini che sia sempre più di maggior fruibilità, con il paziente al centro dell’attenzione ed un maggior contatto con il variegato pubblico di utenti e le sue esigenze, dando vita ad una struttura all’avanguardia e sempre al passo con i tempi, in grado di fornire una pronta risposta alle esigenze dei tempi e del progresso.
Per meglio presentare il progetto e fare un bilancio di questo primo appuntamento del Gemelli Insieme, abbiamo incontrato il Direttore Sanitario del Policlinico Gemelli, Antonio Giulio De Belvis.
“Sono molto soddisfatto della risposta a questa iniziativa – sottolinea Il Direttore Sanitario del Policlinico Universitario Agostino Gemelli, dr. Antonio Giulio De Belvis – che è il modo con cui il Gemelli, a 50 anni dalla sua fondazione, si apre alla città. Abbiamo fatto un calcolo: nei 50 anni del Gemelli abbiamo fatto nascere circa 100.000 romani e questo numero la dice lunga sul legame forte che c’è tra la città e la nostra Istituzione. Iniziative come questa di Piazza del Popolo, possono sembrare molto attente ad aspetti artistici che per noi sono però un momento importante di dialogo ed avvicinamento con gli utenti. Oggi si parla molto di prevenzione, di cultura della cura di sé di una Sanità all’avanguardia. Ecco perché abbiamo voluto riorganizzare la struttura in cinque Poli; percorsi assistenziali costruiti per ottimizzare le risorse e le tecniche e per portare a cure risolutive ed atte a restituire al paziente una qualità della vita. Questo incontro di piazza fra camici bianchi e cittadini è già di per sé un importante percorso di dialogo utenti-Sanità”.
Sulla nascita dell’iniziativa Gemelli Insieme 50°, De Belvis ci racconta che “la nostra è una struttura universitaria che registra volumi di numeri enormi; basti pensare che annualmente abbiamo circa 75.000 accessi al Pronto Soccorso e più di 100.000 ricoveri. Il momento sociale economico particolare che stiamo vivendo e l’enorme cambiamento sociale, ci hanno fatto capire che era importante dare un riassetto strutturale che rispondesse in modo veloce ed efficiente alle esigenze dei tempi, presentando una struttura all’avanguardia ed in grado di rispondere perfettamente ai bisogni di oggi. Abbiamo pertanto individuato le cinque macro aree di maggior attinenza alla sanità odierna. L’idea è quella di ragionare su percorsi, su come far prevenzione fino alla restituzione alla società e ad un esistenza quotidiana di livello del paziente riabilitato. Puntiamo molto sulla prevenzione, sulla opportunità di una presa di coscienza delle persone circa la necessità di prendersi cura della propria salute, dell’importanza di curare il proprio corpo che è un dono: vorremmo contribuire a creare una vera e propria cultura della cura di se e dell’importanza della prevenzione e del mantenersi sempre in salute. Quella che abbiamo ideato con l’organizzazione in Poli del Policlinico è una visione moderna della Sanità, che facilita sia la gestione pazientocentrica, che l’ottimizzazione delle risorse”.
La crisi economica ha portato molti cittadini a rinunciare in parte alle cure mediche. Chiediamo a De Belvis se crede che riorganizzare una struttura importante come il Gemelli, in modo che sia più facilmente fruibile dall’utente e che permetta un percorso di cure ottimizzato al massimo, sia in termini di qualità assistenziale che di risorse, possa aiutare a riavvicinare l’utente e a debellare lungaggini e sprechi in termini anche economici. “Il Gemelli è una struttura di eccellenza, fa delle cose difficile ed impegnative; non di meno è interessato ad una gestione ottimale della persona, una presa in carico pazientocentrica, con un approccio multidisciplinare a cura di team di esperti ed un’assistenza integrata con le strutture territoriali. Questa è l’idea vincente: la Rete. C’è una campagna di rieducazione, di apertura. La maggior parte delle patologie sono croniche e questo vuol dire che non c’è più soltanto l’episodio acuto ma il bisogno di una gestione lunga del paziente che solo una Rete Territoriale può fare, integrando strutture diverse, nuove tecnologie, ma anche la comunicazione”.
Un rinnovamento verso l’eccellenza dunque?“Il Policlinico Gemelli ha vissuto e sta vivendo un momento di importante crisi finanziaria – ricorda De Belvis – e noi abbiamo predisposto un piano strategico con cui abbiamo previsto un rientro economico in circa 3/4 anni: per fare questo dobbiamo assolutamente anche rinnovare e modificare il nostro modo di fare assistenza sanitaria. Ci sono sicuramente sprechi che vanno ridotti. Rilanciando la struttura quindi e vedendo che tutto il personale aderisce, già è un importante risultato. In un momento in cui il Paese si sente insicuro di tutto, noi vogliamo essere un riferimento stabile ed efficiente. Per questo nostro 50° anno di vita ed attività, abbiamo tutta una serie di iniziative in piazza e continuiamo con problematiche sempre più specifiche: i tumori nella donna, le prevenzione delle malattie cardiovascolari, la dieta corretta e l’importanza della prevenzione. Ci rivolgiamo non solo ai malati ma anche alle persone sane perché è nostro interesse e di tutta la Sanità mantenere le persone il più possibile sane ed in salute”.
Chiediamo in chiusura d’intervento a De Belvis, di dare/si un voto per la riuscita di questo primo appuntamento del Gemelli Insieme 50°. “Allora il voto è 7+ – afferma sorridendo e chiaramente soddisfatto del buon esito dell’iniziativa e prosegue dicendo che – se dicessi 8 i miei collaboratori si rilasserebbero e lo stesso sarebbe per me. Abbiamo organizzato le cose molto, molto velocemente: nel giro di un mese circa con persone che continuavano e continuano anche oggi qui, con la loro presenza negli stand al termine dei turni di lavoro in ospedale, a svolgere la propria attività quotidiana di medico o quant’altro e che contemporaneamente hanno organizzato, dato vita e stanno dando vita a tutto questo. Ciò significa che c’è partecipazione ed entusiasmo e questo, come molti altri aspetti, sono da premiare, vanno premiati”!
I 5 POLI
POLO ONCOLOGICO – POLO EMERGENZA – POLO DONNA – POLO CARDIOVASCOLARE – POLO NEUROSCIENZE
POLO ONCOLOGICO
segreteria telefonica: 06.96736335
email: polo.oncologico@rm.unicatt.it
Resp.le Polo Oncologico dr.ssa Maria Lucia Specchia
Quando si parla di oncologia si tocca uno dei tasti più dolenti della salute degli ultimi 50 anni. Da sempre il Policlinico Gemelli presta enorme attenzione a tale settore e ne è scaturito immediatamente uno dei 5 Poli individuati dopo il riassetto strutturale. La complessità delle malattie tumorali, la lunga degenza che coinvolge il diretto interessato e quanti gli sono vicini nel percorso, richiama all’impossibilità di affrontare un iter di cura senza approntare un team di esperti multidisciplinare atti a lavorare in perfetto sincrono. Qui come mai si richiede assistenza a 360°, che deve proseguire anche sul territorio. La dr.ssa Maria Lucia Specchia Responsabile del Polo Oncologico ci dice in proposito che “purtroppo questa patologia è molto diffusa fra la popolazione e da noi viene fronteggiata a 360° da sempre. Questa nuova organizzazione dei Poli del Policlinico Gemelli ha come sua mission l’offrire un’assistenza che possa essere centrata in tutto e per tutto sul paziente; all’insegna quindi dell’umanizzazione delle cure e dell’organizzazione assistenziale fatta di percorsi per ogni singola fase dalla diagnosi alla terapia, fino alla riabilitazione, garantendo poi anche l’assistenza psicologica al paziente ed ai congiunti, oltre alle cure palliative. Deve esserci grande integrazione col territorio anche, in un’ottica di Rete territoriale che possa garantire il continuum: questa ritengo che è la vera sfida del futuro per tutta la Sanità”.
Molti passi sono stati fatti ed oggi di tumore si vive molto più di ieri. “La ricerca scientifica – prosegue la Specchia – la prevenzione, lo screening e la diagnosi precoce hanno garantito oggi la sopravvivenza con una buona qualità della vita, in cui rientra la continuità dell’assistenza domiciliare nel post dimissioni ospedaliere. Ecco perché dico che l’integrazione ottimale col territorio rappresenta la sfida del futuro per tutta la Sanità. Terapia del dolore, supporto psicologico ed insegnare al paziente ad autogestire la propria malattia, quindi anche a gestire la cronicità per poter garantire qualità d’assistenza e di vita e prevenire complicanze, sono passi necessari. Diciamo che la sfida importante è mantenere il filo diretto col paziente che non deve mai sentirsi lasciato solo, grazie proprio a questa integrazione ospedale-territorio. Un’assistenza pazientocentrica quindi è la cura più efficace” .
Il caso della mastectomia preventiva effettuata dalla celebre attrice americana Angelina Jolie ha richiamato attenzione su una pratica preventiva estrema. Quanto i media concorrono, col loro messaggio, nel creare un’educazione pubblica corretta? “I media – prosegue la Specchia – non sempre rappresentano l’optimum e proprio questi episodi ci fanno capire quanto gli strumenti della comunicazione possono essere importanti nel veicolare messaggi in modo corretto; se usati bene aiutano a formare una coscienza collettiva e la giusta presa di coscienza atta a dare gli strumenti per fare una corretta valutazione, prima di dar vita ad atti di emulazione senza giusta informazione. E questo è un altro dei punti chiave della Sanità di oggi e del futuro. Importante portare una formazione anche nelle scuole ed educare a corretti stili di vita fin da quando si è bambini; l’obesità infantile oggi ad esempio è un grave problema ed un bambino obeso oggi è un adulto malato domani”.
POLO EMERGENZA
segreteria telefonica: 06.96736335
email: polo.emergenza@rm.unicatt.it
Resp.le Polo Emergenza dr. Mariano Pennisi
L’affollatissimo Polo Emergenza ubicato in piazza del Popolo, ha visto un week end di mini corsi continui per dare alcune nozioni base di primo soccorso. L’afflusso ininterrotto di persone ha reso l’idea su una sensibilizzazione in corso e presa di coscienza della popolazione; sulla aumentata consapevolezza nei cittadini dell’importanza di una partecipazione attiva che ognuno di noi è chiamato a dare, soprattutto pensando che ciascuno può salvare una vita, se opportunamente preparato. Molti adulti ma anche un interessante numero di bambini ha partecipato attivamente e fatto prove di simulazione. Tutti comunque si sono seriamene impegnati ed hanno prestato attenzione, con tanto di prova finale su manichini e registrazioni computerizzate. Decisamente un nodale momento i contatto fra struttura ed utenti.
“Abbiamo realizzato uno stand che è incentrato sulla pratica della rianimazione cardio polmonare di primo livello, – afferma il dr. Mariano Pennisi, Responsabile del Polo Emergenza – una pratica che andrebbe diffusa tra la popolazione perché rappresenta un contributo importante che ogni cittadino può dare socialmente per migliorare l’assistenza sanitaria. Purtroppo quando c’è un arresto cardiaco, in pochi minuti se non si interviene si producono dei danni celebrali che poi rendono impossibile un recupero alla vita attiva. Se invece si interviene subito con un massaggio cardiaco esterno, si da il tempo all’equipe di soccorso del 118 di raggiungere la persona colpita da evento infartuale e riuscire a risolvere il problema, in modo poi da poter recuperare alla vita attiva una persona che può tornare pienamente in forma, con un’attesa di vita normale. Al Policlinico Gemelli sono attivi corsi tutto l’anno proprio di primo soccorso cardio-polmonare, come anche corsi più avanzati con defibrillazione. Noi formiamo personale medico ed aziendale preposto (Assistenti di Volo, Forze dell’Ordine, etc.) nelle manovre di primo soccorso. L’intenzione è di incrementare e migliorare ulteriormente tale attività, sia per il personale medico che civile, ma vogliamo anche aumentare l’offerta al pubblico. Vogliamo creare un vero e proprio centro di simulazione avanzata per supplire a questa carenza formativa che c’è” .
In una città caotica e trafficata come Roma, portare soccorso immediato non è sempre facile.”Sicuramente aumentare i punti di rianimazione è un modo di aiutare – sottolinea in proposito Pennisi – ma, lo ripeto, anche favorire la formazione dei singoli cittadini alle manovre di primo soccorso è uno di quegli interventi che avrebbe molti risvolti positivi nella gestione ottimale di queste situazioni di emergenza. Sono poche le emergenze mediche in cui l’intervento deve essere così rapido, pena il non recupero del soggetto colpito da infarto. In tali casi la compartecipazione dell’intera collettività può essere fondamentale e salvare una vita. In altri Paesi esistono esperienze di diffusione di manovre di primo soccorso a tutta la popolazione e infatti proprio li si registrano situazioni di recupero migliore di chi è colpito”. Auspicabile anche inserire la diffusione della conoscenza di queste pratiche all’interno del percorso di studi della scuola dell’obbligo, visto l’importanza che un intervento immediato e corretto può avere e la differenza che può fare tra il vivere ed il morire.
POLO DONNA
segreteria telefonica: 06.96736335
email: polo.donna@rm.unicatt.it
Resp.le Polo Donna dr.ssa Sara De Carolis
Un Polo interamente dedicato alle patologie viste al femminile, con la presa in carico delle singole pazienti da un equipe composta multidisciplinare, per creare percorsi perfettamente tarati sui singoli casi. Dal momento della gravidanza, passando per il periodo di pre-menopausa e menopausa e con attenzione alle singole patologie tumorali delle donne e del sistema riproduttivo femminile, questo spazio vuol essere un’eccellenza della cura delle donne. E’ dimostrato che con tale approccio si riduce di molto il margine di errore clinico e si costruiscono percorsi di assistenza e cura ottimali anche per la costruzione di un periodo post dimissioni, in concerto con la presa in cura delle strutture territoriali, con anche una garanzia di un miglior livello della qualità di vita della paziente.
La Resp.le Polo Donna, dr.ssa Sara De Carolis a tal proposito specifica come la costituzione di tale Polo sia stata dettata dalla precisa intenzione di “preparare percorsi clinici che siano proprio adattati alla donna, con specifica per tutte quelle malattie tipiche e più frequenti per il sesso femminile come il tumore alla mammella e dell’apparato riproduttivo, piuttosto che su patologie reumatiche o tiroidee, il diabete, la cefalea, la depressione e cosi via. Tutto per permettere di costruire percorsi di cura mirati, fino all’uscita dall’ospedale ed il ritorno nel quotidiano e nel sociale”.
Oggi la donna è sotto la lente anche per le violenze psicologiche, oltre che fisiche, che portano a quella strage quotidiana inaccettabile dei femminicidi. Ciò comporta anche la necessità di costituire percorsi di assistenza in tal senso: “qualsiasi programma che abbia molta attenzione per la salute fisica – asserisce la De Carolis – sicuramente può portare anche un risvolto positivo buono per quella che è la salute psicologica della donna, perché se abbiamo rispetto per la salute fisica da questo scaturirà anche un maggior rispetto per la figura della donna. Tante ricerche in medicina si sono occupate dell’infarto soltanto nell’uomo, con studi e creazione di terapie e farmaci mirati per il genere maschile e questi stessi farmaci non hanno la stessa risposta per la donna. Occorre quindi una grande attenzione da parte di tutta la comunità scientifica per la salute fisica e certamente ne scaturirà anche un maggiore rispetto per la salute psicologica e per l’identità femminile”.
Nel valutare la due giorni del Gemelli Insieme a Roma la De Carolis afferma che:“sicuramente l”incontro col pubblico in questa piazza è una partenza che avvicina il personale sanitario al paziente; l’ausilio della musica poi è un collante con l’utente e aiuta anche nell’identità di gruppo tra noi che lavoriamo in questa struttura. L’atmosfera spensierata che si unisce all’approccio medico col paziente crea un momento di serenità e di fusione con il pubblico, dando vita ad un’alleanza fra noi e l’utenza, tal da far passare un messaggio che occuparsi della salute equivale anche a creare buona qualità totale della vita”.
POLO CARDIOVASCOLARE
segreteria telefonica: 06.96736335
email: polo.cardiovascolare@rm.unicatt.it
Resp.le Polo Cardiovascolare dr. Tommaso Sanna
Questo è un Polo focalizzato sull’eccellenza per la prevenzione e cura dell’infarto e del miocardio. Altissima attenzione è data alla correzione di abitudini e stili di vita errati in cui troppo oggi si persevera. Obesità (in allarme quella infantile), fumo, diabete, ipercolesterolemia, stress, sono killer che falciano migliaia di vite ogni anno. Quello che oggi ci si propone di fare è cercare di fare piani d’individuazione di rischio ad personam, al fine di poter elaborare piani di prevenzione e terapie personalizzate. Anche qui la ricerca è di cruciale importanza con il Laboratorio di Ricerca di Cardiologia Cellulare e Molecolare del Policlinico Gemelli, laboratorio che è focalizzato sull’individuazione dei meccanismi responsabili dell’infarto come ad esempio l’infiammazione, il cui ruolo chiave è ormai universalmente riconosciuto. Oggi i farmaci di nuova generazione sono più selettivi e permettono la protezione dalla prima manifestazione e dalla ricorrenza dell’infarto. Per quanti invece hanno già sviluppato l’infarto, si prende in cura il paziente per rigenerare il muscolo cardiaco in necrosi. Cresce nell’ultimo decennio il ruolo elle cellule staminali e della loro utilizzazione per la forte capacità rigenerativa, con la speranza che attraverso di esse in un futuro prossimo si possa riparare in modo efficace il miocardio infartuato. Di prossima apertura è una cell factory, un’area del Gemelli ove traferire questa grande innovazione per la presa in cura dei degenti colpiti da insufficienza cardiaca post-infartuale.
“Nell’accesso al Polo Cardiovascolare non sarà il paziente – sottolinea il Resp.le del Polo Cardiovascolare, dr. Tommaso Sanna – a dover individuare se il problema è di competenza del cardiologo, del cardiochirurgo, del chirurgo vascolare, del cardio-anestesista; saremo invece noi a costituire un team interdisciplinare per lui ed è proprio questa la novità organizzativa con cui cerchiamo di confezionare intorno al paziente la struttura di cui ha bisogno, piuttosto che sia lui a dover girare nella struttura alla ricerca degli specialisti di cui necessita, senza tra l’altro che questi dialoghino tra di loro”.
Chiediamo a Sanna come secondo lui sta cambiando la cultura e la percezione della Sanità in Italia e ci risponde che “la cultura sta certamente cambiando e noi cerchiamo di essere dei precursori; il Gemelli si sta organizzando per tentare di proiettare verso il territorio l’assistenza ai pazienti dopo la dimissione dall’ospedale, affinché questi poi possano proseguire la cura una volta tornati al proprio domicilio. Le malattie cardiovascolari sono una delle principali cause di morte in tutti i Paesi occidentali e c’è molto da fare per la prevenzione che è legata sia a fattori genetici, sia a stili di vita errati che più frequentemente si associano ai fenomeni d’insorgenza di malattie cardiovascolari. Dobbiamo promuovere una cultura della prevenzione ed intercettare le malattie di questo tipo prima che si manifestino e poi trattarle in modo efficace. Tre consigli da dare per la prevenzione: attività fisica e ricreativa regolare e quotidiana, assolutamente non fumare, privilegiare il consumo di carni bianche, pesce, frutta, verdura. A tutto ciò va necessariamente aggiunto un rapporto fiduciale col medico di famiglia e l’effettuazione di controlli regolari”.
Preoccupante è l’aumento dell’insorgenza d’infarto tra la popolazione femminile. In merito Sanna ci evidenzia come “le caratteristiche della donna sono talmente peculiari, non solo per le malattie cardiovascolari ma in generale, che all’interno del nostro Policlinico abbiamo individuato un Polo dedicato proprio alla donna. Abbiamo visto che in questa iniziativa di piazza del Policlinico c’è stata una grande partecipazione di pubblico, un crescente interesse dell’utenza. Nel nostro Polo molti sono venuti a chiederci notizie sul cuore artificiale, sull’uso dei defibrillatori, su tutte le cose che vengono fatte quotidianamente nella nostra attività. Penso proprio di poter dire che questa iniziativa è stato un’importante momento d’incontro fra l’ospedale e la città di Roma”.
POLO NEUROSCIENZE
segreteria telefonica: 06.96736335
email: polo.neuroscienze@rm.unicatt.it
Resp.le Polo Neuroscienze dr. Luca Padua
Nell’ultimo decennio le Neuroscienze hanno avuto un’importanza ed una crescita in continua aumento, sia per gli enormi progressi medico-scientifici e di ricerca basati sulle nuove tecnologie, sia per l’aumento della vita media della popolazione e l’incremento delle malattie neurodegenerative.
La messa a punto delle nuove tecniche di neuroimaging permette oggi analisi atte a studiare e valutare persino micro aree del cervello e riuscire così ad individuare quali di queste si attivano al manifestarsi di alcune condizioni particolari. Lo scopo finale è quello di arrivare a diagnosi sempre più precoci, così da portare ad interventi rapidi e mirati, in cui un minuto può far la differenza vera, nonché a prendere in cura il malato e chi a lui è più vicino con un’assistenza piena, integrata in una rete territoriale e team multidisciplinare di esperti, al fine di garantire la migliore e più completa assistenza possibile ove il paziente è oggi parte attiva e centro focale d’interesse.
In questo Polo si distinguono alcune differenti Macro-Aree di riferimento: Sclerosi Multipla, Malattie del Movimento, Malattie Neuromuscolari, Neuropatie periferiche, Sclerosi laterale amiotrofica (S.L.A.), Audio-Foniatria, Neuropsichiatria Infantile (Neurologia neonatale e follow-up dei neonati, Paralisi Celebrale Infantile, Epilessia, Neurovisivo, Psichiatria) Patologie ipotalamo/ipofisarie, Neurochirurgia.
Sentiamo a tal proposito il Responsabile del Polo Neuroscienze, dr. Luca Padua. “Nella recente rivalutazione dell’organizzazione del Gemelli sono stato designato come coordinatore del Polo di Neuroscienze. Il Policlinico ha deciso, a 50 anni dalla sua nascita, di aggiornare la sua modalità di presentazione e di organizzazione interna, sia per creare una modalità d’attività migliore tra medici, sia per offrire un più efficace servizio al cittadino, secondo un nuovo concetto di medicina che è basato sulle evidenze”.
Le Neuroscienze sono state individuate come uno dei 5 Poli, seguendo un piano strategico ben studiato e atto a valutare le aree focali d’interesse attuale. In questo campo i progressi hanno permesso enormi passi in avanti e, “credo che – prosegue Padua – la maggior conoscenza oggi di come funzionano i nervi, il cervello, i muscoli fa si che le Neuroscienze siano senza dubbio uno dei campi in maggior crescita e sviluppo. Le nuove tecniche individuate grazie alla ricerca ci permettono ora di capire subito quali aree del cervello si attivano quando pensiamo ad un certo tipo di cosa o, ad esempio, ascoltiamo musica o facciamo un certo movimento: quindi queste valutazioni funzionali già fanno comprendere quanto si è fatto per capire il cervello e come le Neuroscienze abbiano avuto un impulso enorme”.
Riguardo alla percezione attuale che della Sanità italiana hanno oggi gli utenti, Padua pensa che: “avendo girato molti Paesi sono convinto che la nostra Sanità resti sempre una delle migliori al mondo: oggi è senza dubbio divenuta più difficile perché siccome sappiamo fare diagnosi basate su dei dati, possiamo anche sbagliare ed è più visibile l’errore. La Sanità oggi è tutt’altra cosa rispetto a cento anni fa. Oggi infatti sta subendo un grande danno determinato dall’approccio politico fatto di tagli continui; tagli che in parte si possono considerare giustificati dalle spese assurde che erano state fatte ma è pur vero che in gran parte le spese erano corrette ed oggi il cittadino si ritrova con delle liste d’attesa molto lunghe, con qualcosa che non capisce. Da una parte diciamo di essere dalla parte del cittadino, dall’altra abbiamo liste e ricoveri che non permettono di tenere fede a questa affermazione: quindi è una Sanità molto difficile da interpretare; sicuramente una Sanità sempre e comunque tra le migliori del mondo”.
Ai giovani che stanno iniziando il percorso professionale in campo medico, o che individuano questa come loro professione futura, Padua si sente di consigliare di: “fare Ricerca: assolutamente fare ricerca che è fondamentale per noi e per la Sanità. Chi si approccia deve pensare che molto probabilmente dovrà fare ricerca perché solo grazie ad essa evolviamo e i Centri, i medici che fanno ricerca forniscono qualcosa di più di chi la considera solo un aggiornamento. Dare un consiglio è sempre difficile ma se penso a darne uno è quello di imparare: imparare che vuol dire da una parte seguire il proprio interesse, il che permette di essere più affamato di sapere e dall’altra significa seguire le persone giuste che sono quelle che hanno voglia di apportare delle innovazioni nel mondo scientifico. Quindi fondamentale è indirizzarsi secondo ciò che ci piace, l’area d’interesse e lo è maggiormente la persona che si decide di seguire, quasi di rincorrere. A tutti i nuovi medici dico ancora una volta di fare ricerca; fate ricerca perché ci sono davvero molte cose che dobbiamo capire”.
Missione Antartide. Ricerca ed assistenza
Nell’ambito della manifestazione Gemelli Insieme, non è mancato uno stand di presentazione al grande pubblico dell’attività medica e di assistenza legata alle missioni in Antartide. Al seguito dell’equipe di ricercatori, in condizioni proibitive e fuori decisamente dall’ordinario, medici e paramedici vengono inviati per garantire l’assistenza sanitaria in loco. Ovvio che operare in tali condizioni richiede un addestramento particolare. Ce ne parla il dr. Salvatore Vagnoni, anestesista e rianimatore del Gemelli che ha partecipato attivamente ad un paio di spedizioni in assistenza e ci riporta quindi un’esperienza diretta: “Il progetto in Antartide è curato nell’ambito del Programma Nazionale di ricerche in Antartide che si occupa di tutta la parte scientifica a carico del CNR (Centro Nazionale di Ricerca). Per ciò che concerne invece la parte logistica ed assistenziale se ne occupa l’ENEA (Ente Nazionale Energia e Ambiente), che si cura di tutte quelle strutture atte a portare a termine le spedizioni. Nella parte logistica rientra anche la parte sanitaria di assistenza al personale che è li, con la presenza in loco di un chirurgo e di un anestesista solitamente, nonché da un infermiere dell’ENEA, che il Gemelli entra in gioco. Questo ospedale è infatti divenuto un punto di riferimento sia per il Programma in Antartide che per l’ENEA; un punto a cui rivolgersi per consulenze specialistiche, per avere del personale, quanto anche come centro di riferimento ove addestrare i medici per l’assistenza sanitaria del personale occupato nelle spedizioni. Il problema è che quando va del personale sanitario in queste missioni, può capitare che si trovi di fronte ad emergenze fuori dalla sua sfera di specializzazione: c’è quindi la necessità di avere nel più breve tempo possibile una consulenza così da prestare adeguata assistenza. In tal senso è in corso un programma che è ancora in fase sperimentale, di tele consulto con riferimento Policlinico Gemelli, così da avere possibilità di assistenza telematica a distanza, 24 ore su 24. Finora i test ci hanno dato riscontro positivo, con rapidi tempi di risposta e buon qualità delle immagini: certamente siamo in fase sperimentale e quindi dobbiamo darci da fare per apportare miglioramenti ulteriori. Le prospettive comunque, sono ottime”!