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LE BAMBOLE DEL GIAPPONE in mostra fino al 28 dicembre presso l’Istituto Giapponese di Cultura in Roma. Ingresso libero.

6 Ottobre 2016 - ARCHIVIO

Di: Fabiana Carucci

Una mostra itinerante della Japan Foundation quella delle NINGYO, ossia le bambole giapponesi, da sempre un simbolo culturale e tradizionale del Paese del Sol Levante, espressione di arti e tecniche artigianali trasmesse da secoli, di generazione in generazioni.

Sono arrivata un anno fa a Fiumicino – ha raccontato la Direttrice dell’Istituto Giapponese di Cultura Naomi TAKASU in occasione dell’inaugurazione della mostra – e tra i miei bagagli avevo 10 casse, in cui portavo con me le bambole giapponesi“.

Sono ben 70 i pezzi che compongono la mostra, il cui percorso è un racconto di usi e costumi di quest’antico popolo. Le più note bambole giapponesi sono sicuramente le famose KOKESHI, originali della regione di Tohoku e costruite seguendo antiche tecniche di tornitura; caratterizzate da una struttura compatta con forme stilizzate, queste bambole furono così apprezzate anche al di fuori del Paese, che ispirarono il primo inventore della celebre Matrioska Russa. Le KOKESHI NINGYŌ occupano il cuore della mostra, con una vasta gamma di pezzi in cui sono presenti antiche bambole, fino alle più moderne. Le Kokeshi sono raffinate e nello stesso tempo semplici: ognuna di loro è particolare, caratterizzata da colori brillanti. Queste bambole si dividono in due principali categorie: o a quella tradizionale nata nel Giappone nordorientale del tardo periodo Edo, o a quella creativa, secolare anch’essa. Le kokeshi tradizionali sono classificate seguendo i criteri della zona d’origine e poi del Laboratorio che le ha realizzate; si segue la propria personale tecnica segreta e tramandata, come per le serie Naruko, le Tsuchiyu, ed altre. Le Kokeshi creative sono l’espressione artistica personale dell’artigiano che segue tecniche d’incisione e cottura definite, ma porta il proprio tocco realizzando così pezzi unici.

Non solo KOKESHI in mostra però, ma anche tutta una serie di bambole caratterizzanti fin nell’intimo della quotidianità di casa la vita dei giapponesi.

Ad accogliere il visitatore ci sono le BUNRAKU NINGYŌ  che rappresentano tipiche scene del teatro giapponese: assieme al Nō, sorto in epoca Muromachi (1338-1573), il Bunraku (teatro classico dei burattini), rappresenta una delle tradizioni giapponesi più antiche. Subito accanto si trovano le OSHIE HAGOITA Palette di legno, alcune delle quali dipinte anche sul retro, su cui sono applicate le bambole rifinite con carta spessa e/o seta imbottita di cotone, secondo colori decisi e minuziosamente fusi tra loro, con copiosa dovizia di particolari. Da notare che alcune sono poste su basamenti che non sono stati concepiti appositamente per occasioni di mostra, ma che accompagnano il pezzo sempre, nella sua tipica esposizione quotidiana.

L’antica capitale di Kyoto è un fulcro di idee e tradizioni gelosamente conservate e tramandate in diversi modi, tra cui le notissime KYŌ NINGYŌ o bambole di Kyoto. Caratterizzate da rivestimenti costruiti con ricchezza e dovizia di particolari, impreziositi da ricami molto sofisticati, le bambole di Kyoto sono un prezioso racconto di storie  e tradizioni antiche.

Le donne, i loro segreti, le loro tecniche di trucco, di abbigliamento, di acconciature, sono fedelmente riportate nelle OYAMA NINGYŌ o Bambole Kabuki. Le Oyama sono un’interessante passerella di moda e costume, nonché un prezioso squarcio sulla vita di ogni giorno.

Le KIMEKOMI NINGYŌ sono bambole lignee in kimono, caratterizzate dalla tecnica con cui si abbigliano le bambole incollandoci sopra vesti colorate. Diversa è la modalità per la costruzione delle HAKATA NINGYŌ che prendono il nome dall’area in cui sono realizzate, usando la terracotta rifinita poi con colori sgargianti.

Non poteva mancare di certo un’omaggio alla Casa Imperiale ed agli usi e costumi di Corte, rappresentati da bambole con pelle di porcellana e pesca, dalle teste grandi su cui, evidentemente, va centrata l’attenzione. Sono le GOSHO NINGYŌ, le Bambole del Palazzo Imperiale ispirate ad un ideale di dolcezza e forza contemporaneamente; di finezza e costumi storici ed eleganti.

Tutte le bambole raffiguranti i bambini sono caratterizzate da una forma paffuta e felice, proprio come deve essere ed è un bambino. Le ICHIMATSU NINGYŌ devono infatti rispondere ad un criterio di fedeltà con il reale. Il loro nome gli è stato dato dall’attore kabuki Sanogawa Ichimatsu, che era specializzato proprio nell’interpretare i fanciulli e che fu di primaria ispirazione per la costruzione di queste bambole. A tal proposito vanno ricordate due tipologie di bambole che hanno un posto vivo e di primaria importanza ancora oggi, nel quotidiano celebrativo tradizionale giapponese. Ci sono le HINANINGYŌ, le bambole usate ogni 3 marzo per la Festa delle Bambine per augurare continuità familiare e fortuna alle piccole; in questa occasione le famiglie sono solite esporre tutto il set di bambole celebrative, con in cima due pezzi raffiguranti una coppia di sposi, come segno ben augurale per le bimbe. I maschi sono invece omaggiati il 5 maggio nel GOGATSU NINGYŌ, conosciuta anche come Tango no sekku o Festa delle Bandiere, in occasione della quale si espongono bambole raffiguranti gloriosi guerrieri, ad augurare forza, robustezza e coraggio ai piccoli uomini.

Al visitatore della mostra saranno dunque visibili delle vere e proprie rappresentazioni di pezzi di storia giapponese che parlano di oggi ma anche di una storia millenaria, di antiche quanto moderne problematiche mai passate di moda. In proposito tra le prime bambole vi è la rappresentazione di una sciagurata e triste storia d’amore, resa impossibile dalla diversa classe sociale dei due e dall’opposizione famigliare: qui il caso dell’amore impossibile tra un ricco possidente ed una lavandaia. Bambole che parlano di scene quotidiane, di momenti rappresentativi e celebrativi, di storie di mostri e maschere, di importanti e memorabili atti di vita quotidiana ripetuti nel tempo e ricordati così di generazione in generazione.

orario: lun-ven 9.00-12.30/13.30-18.30 merc fino alle 17.30 sab 9.30-13.00 ingresso libero presso: Istituto Giapponese di Cultura via Antonio Gramsci 74 00197 Roma info: 06 3224754 www.jfroma.it

visite guidate gratuite/eventi collaterali: info su: www.jfroma.it