Di: Fabiana Carucci
Sono già in molti a puntare su questa nuova firma italiana e lei, lei è una donna che in quello che fa mette tutta se stessa, divenendo parte di quanto racconta. Alessandra D’Andrea, nome d’arte MARGOT, vive assieme a quelli che incontra e di cui narra, il sacrificio, le esperienze, la vita spesa in nome della giustizia e della legalità da difendere.
Abbiamo incontrato Alessandra per parlare de IL BASCO ROSSO, LA STORIA, LA VITA E LE EMOZIONI DEI CACCIATORI DI CALABRIA: 170 pagine che raccontano delle vicende e delle vite dei BASCHI ROSSI, corpo speciale dell’ARMA DEI CARABINIERI.
Una lunga ricerca vissuta sul campo, giorno dopo giorno, ora dopo ora, nella scelta di MARGOT che di se e di questo suo lavoro racconta che: “mi definisco una scrittrice a tempo perso e una sognatrice a tempo pieno; sono socia ANC (Associazione Nazionale Carabinieri) ma in realtà sono una madre che ha cresciuto da sola due splendide figlie, rinunciando agli studi, ma senza rimpianti. Questo libro è la mia tesi di laurea mancata portata a termine grazie alla collaborazione di illustri relatori. Il mio lavoro è un omaggio ad un reparto d’élite della Benemerita, uno scritto che mi ha permesso di onorare anche il lato umano dei protagonisti. Nel mio libro non poteva mancare poi il riferimento alle donne e alle famiglie dei Falchi, dotate anch’esse di un coraggio e di una forza d’animo pari a quella dei loro congiunti”.
Alessandra prosegue entrando nel vivo della produzione del suo libro. “Arrivo allo Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria da studiosa, al culmine di un percorso di studi sul fenomeno delle mafie in generale, e della ‘ndrangheta in particolare, conosciuti quasi per caso grazie a Facebook. Il mio è un libro che affronta argomenti importanti, come il fenomeno dei sequestri, il narcotraffico e la ‘ndrangheta appunto, ma solo per introdurre il lavoro e la vita di questo reparto speciale dell’Arma. Una sinossi necessaria affinché il lettore riesca a comprendere di più questi uomini. Ho sempre pensato che se il Comando Generale dell’Arma ha ritenuto che una perfetta sconosciuta, per di più civile, potesse essere in grado di provare a descrivere un mondo così particolare, compatto e collaudato, un motivo ci deve essere. Forse così ad una semplice cittadina è stato permesso di tentare d’essere l’anello di congiunzione tra chi si adopera per la difesa della legalità ed i cittadini stessi, affinché nasca un coscienza in noi tutti per una maggiore partecipazione civile. Ritengo che ciò sia importante soprattutto in questo delicato momento storico dove, troppo spesso, la mancanza di punti di riferimento per i nostri figli, li induce a comportamenti violenti indirizzati verso chi della divisa e della legalità ne ha fatto una scelta di vita! Legalità che, come spesso dico, non deve aver altri colori che quelli della nostra bandiera: il verde della speranza, il bianco della pace e il rosso dei nostri baschi”!
ALESSANDRA D’ANDREA ha così voluto aprire una porta di dialogo fra cittadini ed Istituzioni, il suo è: “un libro per tutti quelli che vorranno scoprire e capire che sotto quelle uniformi ci sono i nostri figli, i nostri compagni; non il nemico da combattere ma l’amico da sostenere sempre e comunque, perché dentro queste divise ci sono i nostri fratelli che, con tanta umiltà, conducono un’ esistenza difficile dura e sofferta, per loro e i loro cari. Con umiltà e senza auto-proclamazioni o celebrazioni, gli uomini che ho incontrato si sono confidati, e mi hanno raccontato le loro avventure, le loro paure. Ho visto quella stessa identica umiltà, ma anche determinazione, con la quale rassicurano la vecchia madre di un latitante durante le perquisizioni, o con cui si ritrovano al capezzale di un fratello in un letto d’ospedale per fargli sentire il loro affetto e vicinanza. Io l’ho provato sulla mia pelle: ho finito infatti di scrivere questo libro in un letto d’ospedale temendo di non farcela e sono onorata di sapere che sono, per alcuni di loro, la sorella minore o per altri più giovani, la zia. Racconto di questa mia esperienza ai giovani nelle scuole o durante le presentazioni e lo faccio da madre, non da tecnica o esperta. Cerco di spiegare loro cos’è il rispetto per gli uomini delle F.O., che il consenso alla criminalità e al narcotraffico parte dal piccolo e che l’omertà esiste in ciascuno di noi e che va combattuta con l’educazione alle regole ed il dialogo ad una più vasta cultura della legalità per le nuove generazioni; così si possono allontanare i più giovani dalle grinfie della malavita organizzata, facendo conoscere loro l’incessante e giusta lotta all’ingiustizia che le Forze dell’Ordine affrontano senza tregua. Una battaglia quotidiana di tutti loro: nel mio libro racconto quella dei Cacciatori di Calabria che operano in condizioni proibitive e contro criminali della peggior specie e di come questo finisca per creare fra loro un indissolubile legame di fratellanza. Quella stessa fratellanza che oggi lega anche me a loro, per portare avanti questo progetto di conoscenza dalle finalità benefiche: parte dei proventi di questo mio libro, infatti, saranno destinati all’ONAOMAC, l’associazione che si occupa degli orfani dei Carabinieri”.
Così, mentre lasciamo Alessandra alla preparazione del suo secondo libro, non possiamo non pensare alla determinazione ed al coraggio di quanti ogni giorno sinceramente portano avanti la loro guerra contro prepotenza ed ingiustizia, che sia con il fucile, con la voce, o con la penna…to be continued!
Per l’acquisto del libro di Alessandra D’Andrea “IL BASCO ROSSO, la storia, la vita e le emozioni dei Cacciatori di Calabria” o dal sito http://alessandradandrea.wix.com/alessandra-dandrea o direttamente lo shop:
http://www.blomming.com/mm/alessandradandrea/items/il-basco-rosso-la-storia-la-vita-e-le-emozioni-dei-cacciatori-di-calabria