Di: Fabiana Carucci
L’incontro è con un pittore romano che ha già esposto anche oltre confine ed è apprezzatissimo in molti Paesi. Andiamo a conoscerlo da vicino. Claudio è un poliziotto ed in tale veste è co-fondatore insieme a Giorgio Bisanti, del gruppo ufficialmente riconosciuto e presentato dal sindacato UGL della Polizia di Stato, Arte INdivisa, dedicato appunto agli appartenenti alle Forze dell’Ordine che hanno una vocazione artistica riconosciuta da coltivare ed ampliare.
Come nasce Claudio Lia il pittore?
C.L. “Fin da bambino ho manifestato la mia curiosità per l’Arte, il mio incantamento di fronte alle opere dei grandi maestri ed il desiderio di riportare su ogni tipo di supporto, sia esso carta, tela, muro o altro, le mie impressioni; tutto questo mi prendeva tantissimo, a volte fino a distrarmi da ogni altra occupazione.
La fortuna di frequentare da adolescente, gli studi di maestri come Ennio Calabria, Nunzio Bibbò e Jaber Alwan, hanno fatto poi il resto, completando la mia reale nascita come pittore, subito dopo gli studi artistici”.
Che formazione artistica hai avuto?
C.L. “Ho frequentato il 1° Liceo Artistico di Roma e poi L’accademia di Belle Arti: in seguito sono stato a studio del Maestro Jaber Alwan, dal quale ho ereditato il crepitio coloristico”.
A quali correnti artistiche fai riferimento ed a chi ti sei ispirato, ieri e nella tua evoluzione artistica fino ad oggi?
C.L. “Impressionismo ed Espressionismo sono le correnti che ho sentito più rispondenti al mio istinto pittorico; poi chiaramente mi sono piacevolmente contaminato con gli artisti che ho conosciuto nel mio percorso, come Jaber, Papetti, Coda Zabetta e Velasco”.
Stai esponendo ed hai esposto in diversi luoghi e Paesi: dove si possono ammirare le tue opere?
C.L. “Espongo dal ’95 in Italia e all’estero: lo scorso anno ho partecipato alla Biennale di Venezia.
Con il gruppo “Arte Indivisa”, di cui sono cofondatore insieme a Roberta Dichiara, stiamo girando l’Italia con una mostra itinerante contro le Mafie e, dopo il Museo di Scienze Naturali di Torino, La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, la Chiesa di S. Giovanni Maggiore a Napoli, a novembre saremo alla Reggia di Caserta.
Alcune mie opere sono esposte a Palazzo Ferdinando I di Savoia a Roma, alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, alla Galerie Marbach di Molhouse in Francia”.
Qual è, secondo te, la linea di confine che separa una vocazione esplicata a livello di hobby ed una vena artistica espressa consapevolmente?
C.L. “Non c’è una vera e propria linea di confine. Secondo me se si sente l’esigenza di esprimersi attraverso una forma d’arte, nasce il desiderio di approfondirne la conoscenza perché facendolo ci sentiamo meglio, ci riconosciamo. Nella misura in cui questo desiderio o passione si impadronisce di noi può transitare da semplice passatempo a espressione consapevole di una natura artistica che ci appartiene”.