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Arrampicata sportiva – la disciplina di chi ama le altezze e il contatto con la natura presenta una giovane promessa: Michela Lacchio.

22 Dicembre 2015 - ECOLOGIA NATURA ANIMALI

Di: Fabiana Carucci

Italianbabylon.net, Next Stop Babilonia, prosegue il suo lavoro d’incontro con i talenti made in italy.

Oggi è il turno di una ventenne, una giovanissima sportiva talentuosa che sta ancora cercando la sua occasione per emergere. Esperta in arrampicata sportiva, Michela Lacchio ha già dato prova di un’indiscussa abilità, ottenendo ottimi risultati.

Voci di corridoio dicono che presto l’arrampicata sportiva sarà disciplina olimpica: a loro ed a tutti gli appassionati, ma non solo, noi diciamo di ricordare questa giovane atleta perchè potrebbe darci molte, molte, soddisfazioni. Noi puntiamo su Michela, convinti che si, sarebbe decisamente un’ottima rapprersentante del tricolore…

Raccontaci chi è Michela e come è nata la tua passione ?

Sin da piccolina ero una bambina che ha sempre avuto il piacere di giocare all’aria aperta, cimentarsi in giochi spericolati e spesso anche pericolosi per una bimba così piccola. Ho fatto le mie prime arrampicate, come molti bambini, sugli armadi, sulle mensole, sugli alberi e sulle “ragnatele” al parco sotto casa…mi ha da sempre attirato andare verso l’alto, verso “l’ignoto” che attira tutti i bambini.

Nel tempo ho praticato diversi sport, senza mai però trovare grande entusiasmo nel praticarli: un giorno poi durante una vacanza a Canazei, in Trentino Alto Adige, con la mia numerosa famiglia, all’età di 15 anni, ho conosciuto l’arrampicata grazie ad un’uscita in montagna accompagnata da una guida alpina, Erwin Riz, che purtroppo ci ha lasciato qualche anno fa a causa di un intervento di soccorso in alta montagna; grazie a lui feci la mia prima via d’arrampicata, un emozione unica che non scorderò mai e  che ha segnato l’inizio della mia grande passione. Appena tornata a Roma mi sono informata subito su dove avrei potuto praticare l’arrampicata e dopo varie ricerche ho scoperto la palestra di arrampicata sportiva Vertigo 2000 a pietralata dove poi mi sono iscritta: li ho trovato persone che hanno sempre creduto in me. Passavo interi pomeriggi attaccata alle prese, la palestra era diventata il mio mondo ed io non vedevo l’ora ogni pomeriggio di correre ad “attaccarmi” alle pareti.

Che sensazione ti da scalare le rocce a mani nude? Chi ti segue pensa che tu sia una sorta di donna stambecco.

Diciamo che la mia carriera è subito confluita in ambito garistico; nel giro di un anno sono diventata campionessa Regionale ed ho avuto accesso alla nazionale italiana giovanile, della quale ho fatto parte per quattro anni. In questo periodo la roccia l’ho vista e sentita ben poco dal momento che tutte le gare e gli allenamenti avvengono in ambiente artificiale, ma quei pochi giorni al mese che dedicavo alla roccia per me erano importantissimi, il sentirsi liberi di salire verso l’alto su una parete mai affrontata, per me era uno stimolo grandissimo che mi ha aiutato anche nelle mie esperienze garistiche in ambito nazionale ed internazionale.

Nonostante la poca frequenza su roccia sono riuscita comunque ad ottenere ottimi risultati, arrivando a salire boulder e vie di alto livello. Sicuramente se sono arrivata a certi livelli lo devo anche a chi con la sua esperienza e con le sue conoscenze in questi anni mi ha aiutata a migliorarmi; resto sempre grata ad Antonella Strano che mi ha indirizzato subito nell’ambito delle gare, a Roberto Bagnoli che mi ha seguito e continua a seguirmi da ormai 4 anni e a Riccardo Caprasecca, amico ed anche lui atleta di alto livello che mi aiutato ha scoprire e a confrontarmi con i miei limiti.

A che punto sei della tua carriera? Voci di corridoio dicono che hai subito un inaspettato stop.

Lo stop più grande l’ho avuto dopo un anno sfortunato cominciato nel 2013 quando ad una gara di coppa Europa mi si è girata la capsula dell’anulare costringendomi ad un lungo periodo di stop, alimentato poi da altri infortuni avuti nei mesi successivi; naso e caviglia rotta. Quest’anno invece ero partita molto bene con un secondo posto alla prima tappa di Coppa Italia Assoluta Boulder a Milano e con un 7 posto nella seconda tappa di Coppa Italia Boulder a Sora, alle quali tenevo particolarmente in quanto gare di selezione per la nazionale senior di boulder. Dopo questi risultati, conoscendo i criteri di selezione ed aver appreso di essere seconda nella classifica assoluta di boulder ero convinta di essere stata selezionata per la gara di Coppa Del Mondo a Monaco,  disputatasi  poi ad agosto; purtroppo questa convocazione non è avvenuta e il mio stimolo di fare gare, almeno per quest’anno, si è spento molto velocemente, infatti alle tappe finali di coppa Italia che si sono svolte tra settembre e novembre non ho voluto partecipare, con la scusa però mi sono dedicata particolarmente alla roccia.

Lascerai che questa delusione interrompa la tua carriera o…

All’inizio ero ben decisa a chiudere con le gare perché non è la prima volta che si verificano questi episodi sia nei miei confronti che in quelli di altri atleti ed amici sparsi per l’Italia. Ora sono in forte contrasto con me stessa, perché da una parte mi domando ripetutamente perché continuare a fare gare e sacrificare ore ed ore all’allenamento mentre potrei dedicarmi completamente alla roccia, ma dall’altra la passione per la competizione, per la gara in sè non mi lascia, mi ha accompagnato da sempre e ogni giorno si riaffaccia dentro di me. Di una cosa però sono sicura, non smetterò di scalare per nulla al mondo perché è quando scalo che mi sento me stessa e che riesco ad esprimermi al meglio!

Italianbabylo ha visto il sorriso, la grinta, l’agilità ed il potenziale di quest’atleta e a Michela diciamo che gli ostacoli servono proprio ad allenarci per correre più forte anzi, nel suo caso, per arriavre veloce sulla vetta! Arrendersi mai!