Di: Giovanni Anzidei – Capo Ufficio Stampa Accademia Nazionale dei Lincei
Per superare la crisi economica che ha colpito l’Europa più fortemente che gli USA occorre una politica di investimenti infrastrutturali, principalmente nei settori dell’energia, dei trasporti e della banda larga, che hanno un forte effetto moltiplicativo di sviluppo dell’economia.
Per l’Europa il momento appare favorevole all’emissione di eurobond con cui finanziare gli investimenti, dati gli attuali bassi tassi di interesse. Secondo le stime fornite in occasione della annuale conferenza “Sviluppo economico, tecnologia e industria” organizzato dalla Accademia dei Lincei con la Fondazione Edison, l’Europa ha immediato bisogno di circa 340 miliardi una cifra non raggiungibile con le azioni previste dal Piano Juncker, ma che potrebbe essere raccolta, ha spiegato il Presidente dell’Accademia dei Lincei Alberto Quadrio Curzio, con l’emissione di eurobond, creando una base finanziaria adeguata al problema, attraverso un Fondo Europeo di investimenti di 1.000 miliardi garantito dagli Stati partecipanti. I singoli Paesi conferirebbero in garanzia l’oro delle banche centrali e le azioni delle grandi aziende a partecipazione pubblica. Il fondo sarebbe in grado di movimentare risorse pari ad almeno il triplo del capitale iniziale, fortemente favorito dal momento attuale di bassissimi tassi di interesse, che rappresenta una occasione che non si ripresenterà più e che rischia di essere sprecata. La stima totale degli investimenti necessari per l’Europa è di 1,5 trilioni di euro, mentre a livello mondiale la cifra diventa astronomica, pari a 1.000 trilioni di euro, di cui il 60 % nei paesi in via di sviluppo, ma ben il 40 % anche nei paesi che sono più sviluppati ma che hanno sistemi infrastrutturali obsoleti da rinnovare. Le infrastrutture rappresentano il sistema nervoso dell’Europa e sono la premessa per poter sfruttare le innovazioni tecnologiche e le loro applicazioni industriali per lo sviluppo economico. Nel corso del convegno, svoltosi ai Lincei, è stato evidenziato che nella crisi il settore maggiormente penalizzato è risultato quello degli investimenti, mentre investimenti sia materiali che immateriali sono necessari per indirizzare il sistema economico e sociale europeo verso la sostenibilità, le nuove compatibilità eco-ambientali e la cura della salute.
Al convegno hanno partecipato tra gli altri il presidente del CNR Massimo Inguscio, Jackie Krafft del Centre National de la Recherche Scientifique, Marco Fortis della Fondazione Edison, Massimo Scaccabarozzi della Farmindustria, Roberto Cingolani dell’Istituto Italiano di Tecnologia e gli Accademici Lincei Sergio Carrà, Alessandro Roncaglia, Renato Ugo.