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TIZIANO TURCI. ATTORI SI NASCE

14 Maggio 2013 - ARCHIVIO

 

Di: Fabiana Carucci

 

Tiziano è uno degli attori più promettenti del nostro panorama. Autore oltre che protagonista di idee molto, molto interessanti…

Tiziano Turci e la sua: “Cronaca di una crisi annunciata”: uno spettacolo brillante che esprime un pensiero liberista trasformando un’esposizione d’idee e cultura socio-politica in session musicale. Un’idea che ha ricevuto il plauso ed il consenso del pubblico ed ha portato a diversi riconoscimenti.
Ti è stato assegnato il Premio della critica al Teatro dei Contrari di Roma, il Premio Talenti Under 35 sulla via Emilia a Modena, il Premio Giornalisti al concorso Nuove Realtà del Teatro di Udine. Un’idea vincente dunque, che nasce da…?

 

TIZIANO: I nostri spettacoli prendono spunto dall’osservazione del reale e dei principali fenomeni posti all’attenzione della pubblica opinione da giornali, tv e social network. Il punto di vista adottato per leggere questi fenomeni è uno solo: in che modo la narrazione di questi accadimenti muta il funzionamento democratico? Ci siamo resi velocemente conto del fatto che il denaro e i suoi meccanismi di reazione, crescita e controllo erano al centro di ogni fatto analizzato. Due anni e mezzo fa abbiamo quindi iniziato un progetto intitolato: “Trilogia del Capitale”, un racconto del capitale e del capitalismo nelle sue diverse forme attraverso le ripercussioni politiche e sociologiche che porta inevitabilmente con sé.

Il primo tema scelto per studiare il meccanismo è stato l’immigrazione. Abbiamo affrontato con uno spettacolo-dossier la narrazione quotidiana che veniva fatta dell’immigrazione, mostrandone la volontaria deformazione a fini elettorali e mettendo in luce come sociologicamente rappresenti un sistema di scarto necessario nel modello economico violentemente consumista che viene imposto come unico possibile. La seconda tappa, Cronaca di una crisi annunciata, come nel romanzo di Marquez è il racconto scritto di un proposito e del suo manifestarsi. E’ possibile trovare moltissimi fatti che precedentemente annunciati sono diventati realta’ per quanto riguarda lo sviluppo sociale ed economico delle popolazioni. La terza tappa affrontera’ la fenomenologia dell’informazione di massa dalle sue origini negli stati uniti prima dell’inizio della seconda guerra mondiale fino alle sue manifestazioni attraverso la rete nell’era della societa’ liquida.

Ancora una volta mettendo in evidenza gli enormi interessi economici che stanno alla base dello sviluppo di queste tecniche e l’incredibile potere di uniformazione politico-economica che queste tecniche possono sviluppare.

 

Il pensiero che porti in scena è tagliente ed arriva dritto al pubblico che si presenta fortemente coinvolto. Riesci ad esprimere seriamente il concetto stuzzicando la curiosità e portando alla riflessione i presenti, senza mai annoiare; a braccetto col sound e con il potere musicale, semmai quanto affermi viene amplificato al punto giusto senza mai passare il confine. Un equilibrio voluto e studiato nei particolari, o un esperimento ottimamente riuscito?

TIZIANO: Abbiamo Lavorato molto con i musicisti per arrivare a un equilibrio fra la parte tecnica dell’argomento, la linea di intrattenimento narrativo e lo sviluppo musicale dei pezzi originali composti appositamente per lo spettacolo. Noi procediamo alla composizione del lavoro attraverso veri e propri test sul pubblico. Nell’ultimo anno abbiamo sviluppato tre ore di spettacolo da cui abbiamo estratto l’ora che presentiamo componendo e limando le varie parti. La cosa meravigliosa di questo modello di lavoro è che non cessa mai di svilupparsi e di permetterti di sperimentare nuove soluzioni. Spesso per una folle idea notturna ci siamo trovati l’indomani a montare 810 minuti completamente nuovi da portare in scena la sera successiva.

 

 

Una crisi annunciata, di valori, di idee, di cultura e di economia: nulla di sorprendentemente nuovo in una realtà sociale come questa che viviamo?

 

TIZIANO: Credo si sia parlato di crisi in quasi tutte le epoche, non penso che la situazione attuale sia peggiore di tante che ci hanno preceduto penso pero’ che questa situazione possa e debba essere migliorata. Forse un buon modo potrebbe essere un ritorno all’etimologia della parola: crisi significa scelta.
Oggi a differenza di un tempo la consapevolezza è maggiore, la possibilita’ di partecipare ed essere informati è maggiore, forse la vera difficolta’ è scegliere. Comporre un puzzle personale di idee per vedere il quadro.

Diciamo che noi dipingiamo un quadro fra i tanti che ci sono utilizzando i colori e le tecniche compositive dell’informazione quotidiana rendendo pero’ tridimensionale il messaggio nascosto fra le righe. E’ molto divertente vedere che date certe tecniche di lettura la linea informativa cambia completamente sia a livello formale che sostaziale. La sola cosa che speriamo è di insinuare il dubbio, la curiosita’, la domanda.
Non è forse per farsi delle domande che ci occupiamo di arte?

 

 

Come arriva Tiziano Turci a scegliere di cimentarsi in un teatro che ha il sapore di una rivoluzione pacifica che scuote le coscienze dei presenti?

 

TIZIANO: Grazie per il modo in cui hai posto questa domanda, non so se arriviamo a scuotere le coscienze ma so che posso rispondere con una celebre frase: “Liberta’ è partecipazione”.

 

 

Ti sei esibito nell’ambito di Factory, l’area libera dedicata al Festival della Creatività nell’ ex Matattoio del quartiere Testaccio di Roma. Che idea ti sei fatto di questa iniziativa?

 

TIZIANO: Abbiamo trovato l’evento molto bello, siamo stati accolti benissimo e abbiamo avuto un’ottima assistenza durante la preparazione tecnica.

Spero che qualora facciano un’altra edizione, approfittino per farlo diventare un vero festival a tutti gli effetti.

 

Ci fai un breve excursus della tua carriera, da quando sognavi di fare l’attore all’arrivo sulle tavole di un palcoscenico…una testimonianza per chi sta calcando le orme dello spettacolo e si chiede magari se davvero oggi valga la pena di dedicare la vita a realizzare un sogno artistico.

TIZIANO: Questa è la domanda più difficile. Per quanto riguarda realizzare i sogni credo che si debba cercare di farlo ad ogni costo.
Per quanto riguarda la mia carriera aspettiamo qualche decina d’anni e lasciamo che a parlarne sia qualcun’altro.
Posso solo dire che inizia tutto da ragazzino ai primi corsi di teatro, poi il passaggio all’accademia a Milano, alcuni spettacoli di giro in Italia, un trasferimento a Parigi e dal 2009 il tentativo di costruire questa forma di teatro-canzone, teatro civile, e teatro inchiesta che vorrei chiamare JazzTheatre poiché la parola si lega alla struttura musicale come un assolo che poi rientra nell’orchestra senza creare quello stacco monologo-canzone tipico del teatro canzone classico.
Inoltre il jazz è una musica estremamente composita e ideale per costruire linee narrative originali.
Il resto è indentico alla vita di tutte le persone che vogliono fare questo lavoro: molta fatica, molti lavori diversi, tanta voglia di rompere tutto e per quanto mi riguarda moltissimo divertimento.