Di: Fabiana Carucci – Direttore Editoriale www.italianbabylon.net
Metti una sera di fine estate nel cuore di Roma, in una suggestiva cornice fatta di cortili nascosti e pregiati, piccoli tesori romani: bene, ora pensa ad una conferenza cantata di musica e storia della canzone napoletana eseguita con passione e maestria, ed ecco 2 ore di emozioni e nuove scoperte per un’esperienza che arricchisce e magnifica una delle sonorità più apprezzate al mondo, la musica napoletana, in un’ambientazione romana che ha esaltato ed elogiato un momento di pura bellezza e cultura.
Dai segreti tecnici svelati all’esecuzione delle melodie più amate; dalle perle discografiche dei 78 giri di fine ‘800 fino ai suoni digitali di oggi. Così in un sabato sera romano, l’Auditorium dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi ha ospitato un bravissimo ed appassionato Mauro Gioia per IL FONDO GIOIA che, coadiuvato al pianoforte da Giuseppe Burgarella, ha regalato perle di note e prosa ad un pubblico stregato.
In sala, tra i presenti, anche alcuni volti noti e più amati di sempre nel mondo dello spettacolo, come Renzo Arbore e Maurisa Laurito, sostenitori entusiasti della performance di Gioia, a cui hanno richiesto il bis.
Un’esibizione riuscita ed al passo, in cui Mauro Gioia ha fuso ed alternato narrazione e musica, in un ritmo che non è mai sceso e che ha visto l’alternarsi di alcune tra le melodie più significative del mondo napoletano, alla narrazione di tratti storici fino al ricordo della più profonda tradizione partenopea, per arrivare dunque ai progressi portati dall’avvicendarsi dei tempi e della tecnologia sempre più raffinata.
Così è stato ricordato al pubblico che, alcuni tra i napoletani che hanno avuto ruoli primari nello sviluppo delle melodie partenopee erano avventurieri francesi arrivati in città, subito immersi in pieno nella cultura all’ombra del Vesuvio. Con orgoglio si è ripercorso il viaggio degli emigrati napoletani che tanto hanno portato con se’ nelle nuove terre, ben presto toccate profondamente dai sapori, dalla cultura e dalle sonorità partenopee.
Curioso imparare che i primi 78 giri furono realizzati secondo criteri che oggi sarebbero di estrema attualità, ossia con un forte grado di compatibilità ambientale ed in armonia con la natura; una natura che forniva la gommalacca, da secrezioni della femmina di un insetto, con cui furono realizzati i 78 giri prima dell’avvento del vinile. Dischi fragilissimi questi di gommalacca, che spesso in caso di rottura potevano essere resi al mittente, per essere sostituiti da nuovi e per avviare il reso ad ulteriore riciclo, fino a farlo divenire anche un cocktail da bere.
Eclettico sul palco Mauro Di Gioia che ha saputo riportare indietro nel tempo con sonorità originali d’epoca, attraverso un’interpretazione personale ma non difforme dall’originale, in cui si è fatto notare il farsetto.
Tra le canzoni citate o cantate “Cannetella” (G. Cottrau 1824), “Te voglio bene assaje” (R. Sacco – F. Campanella 1839), “Maria Mari” (V. Russo – E. Di Capua 1899) eseguita ben 2 volte per un bis che Gioia ha dedicato proprio alla presente Maurisa Laurito. Tra le sonorità del XX secolo, “Comme facette mammeta” (G. Capaldo – S. Gambardella 1906), “Sentinella” (R. Braco – E. De Curtis 1917), “Passione” (L. Bovio – E. Tagliaferri/N. Valente 1934), “’A legge” (P. Vento – E.A. Mario 1919), “Nun è Carmela mia” ((F. Fiore – N. Valente 1926), fino ad arrivare al futuristico “It.s now or never” (A. Schroeder/W. Gold – E. Di Capua), con cui Elvis Presley ha immortalato una canzone simbolo mondiale della napoletanità.
Una conferenza preparata con cura e maestria dunque e che ha impressa anche la firma di Antonio Pascale per la sceneggiatura, di Anita Pesce per la consulenza storica e di Giovanni Ambrosio per gli apparati iconografici.
La serata è frutto del Progetto del Fondo Gioia, Progetto che si avvale di una banca dati di oltre 3000 registrazioni discografiche storiche di musica napoletana, realizzati grazie a rari dischi a 78 giri, molti dei quali incisi nel ‘periodo acustico’, “(in pratica durante il primo quarto del XX secolo)” come sottolineano nella presentazione gli stessi organizzatori, i quali aggiungono poi, “i cui repertori appartengono all’area culturale partenopea con una presenza di scenette teatrali dialettali. Sono presenti gli interpreti più rappresentativi per storia e qualità: Gennaro Pasquariello, Elvira Donnarumma, Fernando De Lucia, il Petrolini del periodo napoletano solo per citarne alcuni, cosi come incisioni di Eduardo Scarpetta, Eduardo De Filippo o Salvatore De Muto, l’ultimo Pulcinella. Il Progetto, che si muove tra la storia dei dischi a 78 giri napoletani e quella dei loro creatori, si articola in più fasi e su più livelli:
– Archivio online: la raccolta sonora è destinata ad essere diffusa attraverso il Portale della canzone italiana (www.canzoneitaliana.it), realizzato dall’Istituto centrale grazie al finanziamenti di ALES S.p.A. – Era d’oro: CD solo piano e voce registrato alla maniera antica di questi pionieri delle incisioni musicali”. Segue lo step della Conferenza Cantata ed “Il Portale, inaugurato nello scorso febbraio, ad oggi presenta oltre 250.000 brani di canzoni italiane, con testi tradotti in otto lingue, al fine di promuovere, anche all’estero, uno degli aspetti più connotativi della cultura italiana come la canzone”.
Per saperne di più: (www.canzoneitaliana.it)