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OGM: un’opzione tecnologica per la sostenibilità delle produzioni agroalimentari. Di: Roberto Defez, Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR, Napoli

9 Marzo 2015 - SCIENZA RICERCA SALUTE

 

 

La stessa parola Ogm genera sospetto, timori e pregiudizi. Mentre i mezzi d’informazione si affannano a riportare dichiarazioni di ostracismo verso tale tecnologia, gli Ogm fanno stabilmente parte del nostro quotidiano e sono oramai un alimento tradizionale. Mentre ci curiamo con Ogm, ci nutriamo con derivati di Ogm e esportiamo il meglio del Made in Italy usando derivati da Ogm, il pubblico è sempre più spaventato, disorientato e diffidente.

 

L’ultima analisi a largo spettro sull’impiego di Ogm in agricoltura ci spiega come grazie al loro impiego si siano ridotti l’uso di pesticidi del 37%, aumentato le rese per ettaro del 22% ed aumentato del 68% il vantaggio economico per gli agricoltori, soprattutto per quelli dei Paesi in via di sviluppo.

 

Gli Ogm sono l’evoluzione logica e ragionevole ai problemi di produzioni agricole che riguardano l’intero pianeta. L’opposizione agli Ogm ha già causato l’inutile spargimento di insetticidi, tossici per l’uomo quanto per tanti insetti non dannosi, l’impiego di combustibili fossili, la produzione di gas serra, la perdita di biodiversità e la sempre maggior esposizione di molte popolazioni mondiali al rischio di carestie.

 

L’Europa importa milioni di tonnellate di Ogm ogni anno e la sola Italia consuma ogni giorno diecimila tonnellate di soia Ogm. La disinformazione e le semplificazioni ideologiche hanno già compiuto danni gravi ed il conto del ritardo tecnologico come al solito ricadrà sulle generazioni future. L’Italia ha un deficit della bilancia agroalimentare che oscilla tra i 4 ed i 6 miliardi di euro l’anno da almeno vent’anni. Stiamo vivendo da tempo al di sopra dei nostri mezzi ed in gran parte per importare mangimi che potremmo produrre anche nel nostro Paese.

 

La tematica degli Organismi Geneticamente Modificati resta al centro dibattito politico-mediatico anche in Europa. Si tratta di un tema che riguarda il cibo che portiamo in  tavola tutti i giorni, che riguarda l’alimentazione dei bambini e delle gestanti, ma ha anche aspetti sanitari, economici, giuridici, politici, morali, psicologici e diventa una finestra aperta sulla realtà che ci circonda, utile per capire in che tipo di Paese viviamo e quali siano le linee di sviluppo che ci si aprono (o chiudono) nell’immediato futuro.