Di: Fabiana Carucci
Massimiliano Bruno è un artista poliedrico: inizia la sua carriera nel teatro, come attore e come autore, poi il cinema, la televisione: un artista a tutto tondo insomma. Molte sono le resistenze che Max ha dovuto affrontare: con la società, con la famiglia, lui che sembrava avviato felicemente verso la carriera di avvocato un giorno ha mollato tutto per inseguire un sogno. I successi ottenuti oggi gli danno ragione ma allora la scelta è stata un rischio, un forte atto di volontà contro tutto e tutti, insistendo ed insistendo ancora nel cercare idee e soluzioni nuove, calcando le tavole del palcoscenico come interprete e come autore, all’inseguimento del sogno di una vita: diventare artista.
A chi è ancora per la via verso il successo, in questo momento di crisi e di stallo, Max consiglia di non mollare e che…l’unione fa la forza!
QUALCHE CENNO DI BIOGRAFIA
Fondamentale è l’incontro con Paola Cortellesi con cui stabilirà una lunga collaborazione che dura ancora oggi. Con lei ed assieme a lei ha scritto ed interpretato 3 commedie a TEATRO: “Cose che capitano”, “Ancora un attimo” e “Gli ultimi saranno ultimi “ che ottiene numerosi ed importanti riconoscimenti tra cui il Premio Anima ed il Premio Critica 2006.
Si cimenta in un monologo di successo “Zero”, scritto ed interpretato da lui e diretto da Furio Andreotti, poi firma “Agostino”, con in scena Rolando Ravello ed Alessandro Mannarino per la regia di Lorenzo Gioielli, e “Ti ricordi di me?” con Ambra Angioini ed Edoardo Leo per la regia di Sergio Zecca.
Dal teatro il salto verso il CINEMA per il quale vanta nel suo curriculum diverse collaborazioni di successo tra cui: “Questa notte è ancora nostra” del 2008 con regia di Paolo Genovese e Luca Miniero. Per ben tre volte lavora col regista Fausto Brizzi: in “Notte prima degli esami” del 2006 interpretato da Nicolas Vaporidis, Giorgio Panariello, Carolina Crescentini, Andrea De Rosa; poi per “Ex” nel 2009 con Claudio Bisio, Elena Sofia Ricci, Nancy Brilli, Flavio Insinna, Vincenzo Salemme, Gian Marco Tognazzi, Giorgia Wurth, Cècile Cassel, Silvio Orlando, Cristiana Capotondi, Martina Pinto, Malik Zidi, Angelo Infanti, Claudia Gerini, Fabio De Luigi, Alessandro Gassman e Carla Signoris. Dulcis in fundo in “Maschi contro Femmine” che esce nel 2010 tra i cui interpreti troviamo Paola Cortellesi, Alessandro Preziosi, Luciana Littizzetto.
Max collabora anche a “Buongiorno papà” per la regia di Edoardo Leo ed a “Tutti contro tutti” per la regia di Rolando Ravello, due film del 2013.
Lui è UNO SU MILLE uno di quelli che, con le unghie ed i denti, senza lasciarsi mai scoraggiare dai no e dagli ostacoli, ce l’ha fatta ed oggi porta alta la bandiera italiana del cinema nostrano. Il suo esordio per il grande schermo e nella regia è avvenuto nel 2011 con “Nessuno mi può giudicare”, film che gli ha portato ben 5 candidature al David di Donatello ed il nastro d’Argento per la miglior commedia e che lo ha visto dirigere Raoul Bova, Paola Cortellesi e Rocco Papaleo.
Da questo momento l’ascesa verso una serie di riconoscimenti che lo portano ad essere considerato un fiore all’occhiello della creatività tricolore. Nel 2012 dirige ed interpreta assieme a Michele Placido, Raoul Bova, Alessandro Gassman, Rocco Papaleo ed Ambra Angioini il film specchio dei nostri tempi “Viva l’Italia”.
Nella sua varietà di artista Max Bruno arriva anche al piccolo schermo e proprio per la TELEVISIONE scrive “I Cesaroni”, “Quelli che il calcio”, “Non ho l’età”. Dalla penna al video e diviene conduttore di alcune trasmissioni: “Saturday night Live a La7 ed “80° minuto” per FX. Ancora sullo schermo ma stavolta nella veste di attore lo troviamo nella serie vincitrice del Roma Film Festival, “Boris” dove interpreta Nando Martellone, ed anche nella serie “L’ispettore Coliandro” in cui è Borromini.
Ma queste appena citate non sono che poche informazioni, rispetto alla lunga bibliografia. Oggi però abbiamo voluto incontrare Max Bruno per fare con lui due chiacchere e conoscere meglio la sua storia, la sua carriera, il suo sogno divenuto realtà.
Buongiorno Max, ci vuoi raccontare come hai intrapreso questo cammino verso il mondo dell’arte e la regia? Era il tuo sogno da bambino o….
Fin da piccolo pensavo di voler entrare nel mondo dello spettacolo. Volevo fare l’attore e così cominciai a fare un Laboratorio teatrale all’APCT (Associazione Piccoli Cantori di Torre Spaccata). Il mio insegnante era Sergio Zecca e dopo qualche mese mi disse che secondo lui potevo fare questo mestiere. Ma avevo solo 18 anni ed ero iscritto a Giurisprudenza, così pensavo che la recitazione potesse rimanere solo un hobby. Continuai a fare teatro nelle piccole cantine e gli spettatori erano amici e parenti. Poi pian piano nel corso degli anni le cose sono cambiate. Ho cominciato a scrivere gli spettacoli e a diventare un autore. Alla metà degli anni ’90 ci fu l’incontro con Paola Cortellesi che fruttò tre spettacoli fatti in coppia con la regia di Furio Andreotti. Da lì partì la mia carriera vera e propria e nel giro di poco tempo arrivarono le prima parti nelle fiction tv, il mio primo film da attore (“Barbara” di Angelo Orlando) e i primi contratti come sceneggiatore (Non ho l’età). Il passaggio decisivo avvenne nel 2005 quando scrissi per il cinema “Notte prima degli esami” insieme a Fausto Brizzi e Marco Martani. Da allora ho scritto circa 15 film e nel 2011 sono passato alla regia cinematografica con il mio esordio “Nessuno mi può giudicare”. Il sogno di bambino si è avverato… ora devo capire quale altro sogno avverare.
Cosa vuol dire essere nel cinema italiano oggi?
Il cinema attualmente è un anim
ale strano in Italia. Si regge su meccanismi apparentemente logici ma che non hanno uno schema ben preciso. I cineasti della nuova generazione sono figli del cinema del profitto, sono in qualche modo influenzati dalla televisione sia nei temi che nel modo di scrivere e girare. Dopo qualche stagione trionfale, il cinema italiano incassa di meno surclassato dai colossi americani. Siamo in una fase di stallo che porterà probabilmente tra qualche anno a una rivoluzione o a una involuzione definitiva. Non c’è la qualità di una volta sia nelle commedie che nei film d’autore. Non si affacciano nuovi Fellini o Monicelli. Loro erano figli di un dopoguerra sanguigno, di un Paese vivo, in ripresa e in continuo cambiamento. Noi siamo figli di un ventennio deprimente che ti toglie sgomenti e vitalità. Vedremo in futuro… al momento c’è una forte crisi.
Come scegli i soggetti e le idee per i tuoi film?
Mi ispiro a volte all’attualità e a volte a me stesso. Nel mio primo film raccontavo le vicende di una escort, nel secondo di un politico corrotto che svuotava il sacco mentre nel terzo film a cui sto lavorando parlo in qualche modo del mio percorso. Ho però scritto tante cose per altri toccando vari argomenti, dal sentimento ai rapporti finiti, alla formazione. Le idee vengono dal leggere i giornali, il libri, vedere teatro e cinema. Sono spontanee come un innamoramento.
In questo momento difficile e di crisi, cosa consiglieresti ad un giovane che si accinge a tentare la strada verso il successo, sognando di essere dietro una cinepresa?
A un giovane direi di non mollare. Direi di informarsi sul mercato e cercare sempre di trovare una forma fruibile di comunicazione col pubblico. Le persone hanno voglia di capire il messaggio che gli vuoi dare. Un giovane può trovare forza nel gruppo. Il mio consiglio è di riunirsi e formare una compagnia di giovani che fanno tante cose: teatro, letture, cortometraggi. All’inizio sarà dura, come lo è stato per me, ma poi se si lavora sodo si può arrivare a un traguardo. Il traguardo è riuscire a mantenersi facendo questo lavoro dignitosamente. Non lasciate che le vostre idee vengano manipolate e pensate sempre con la vostra testa.