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Incontro con Franco Bolignari, la voce italiana della celebre canzone "Crudelia De Mon"…ma anche di più

13 Febbraio 2013 - ARCHIVIO

 

Intervista di: Fabiana Carucci

 

Eh si! Il grande pubblico lo conosce proprio per aver interpretato la celebre colonna sonora del successo Disney La carica dei 101, ma lui ha un’intera vita da artista da raccontare, una vita fatta di riconoscimenti ed importanti collaborazioni alternati a periodi di silenzio:  oggi incontriamo un artista che ha scelto di essere e vivere anche una vita “normale” e…

 

Ci racconta di quando Francesco Maria Bolignari è diventato l’artista Franco Bolignari.

Il mio destino è stato orientato già dal nascere in una famiglia di artisti, anche se questa è stata la mia gioia ed allo stesso tempo l’ostacolo maggiore. Crescere e vivere accanto a dei musicisti affermati, mio nonno materno era l’organista della Cappella Palatina di Palermo e mia madre era una bimba prodigio che a soli 14 anni si diplomò in pianoforte, mi ha dato una forte motivazione psicologica per tentare la via dell’arte verso cui mi sentivo intimamente portato. La mia dote era ed è l’avere una bella voce e così, a 15 anni di nascosto da tutti e scappando letteralmente di casa, mi iscrissi al concorso della RAI  l’ora del dilettante, l’unico del genere a quel tempo, classificandomi primo. Quella era la possibilità che avrebbe potuto essere il trampolino di lancio della mia carriera. Uscii dal Teatro delle 4 Fontane che ospitava il concorso ed ero al settimo cielo, ma anche preoccupatissimo di come avrei potuto dirlo ai miei. Infatti, quando mio padre lo seppe si oppose. Non potrò mai dimenticarlo: era il 19 marzo del 1945 ed i miei genitori interruppero il mio sogno artistico non concedendomi l’autorizzazione di cui necessitavo per proseguire, in quanto minorenne. Non rinunciai al mio desiderio di cantare e con tenacia, quando si ripresentò l’occasione nel 1953 a 24 anni compiuti, mi presentai nuovamente ad un altro concorso radiofonico: ancora una volta mi classificai primo. Il maestro Mario Labroca mi selezionò e mi indirizzò alla scuola di perfezionamento per cantanti di musica leggera della RAI, dove studiai per 7 mesi. Così, nella primavera del 1954, in quel degli studi di via Asiago, iniziai la mia prima trasmissione radiofonica, accanto al maestro Ernesto Nicelli, noto violinista. I due anni che seguirono furono densi di successo ed  i migliori di tutta la mia carriera. Vinsi il Festival di Messina nell’agosto del 1954 e passai all’orchestra della RAi di Arturo Strappini; Armando Travajoli mi accompagnò personalmente al pianoforte durante la registrazione del provino per la casa discografica RCA-italiana, provino che superai e che mi valse un’importante contratto. Realizzai  infatti 12 dischi a 78 giri assieme all’orchestra d’archi del maestro Carlo Savina prima e, successivamente, a quella di Umberto Chiocchio. Si aggiunsero anche numerosi concerti in tutta Italia, la partecipazione al Festival di Vibo Valentia con l’orchestra del maestro Nello Segurini e l’esibizione al Festival di Firenze.

Proprio mentre ero in piena carriera arrivò il primo grande stop forzato. Fui costretto ad abbandonare le scene per 18 mesi per poter assolvere il servizio militare. Purtroppo, al mio ritorno, la prolungata assenza si fece sentire. Cercai subito di riprendere l’attività da dove l’avevo lasciata, ma mi accorsi che nel frattempo il mondo della musica leggera era andato avanti e lo aveva fatto senza di me. Scoraggiato e deluso, tuttavia non mi diedi per vinto e continuai a provare finché nel 1958 la RCA-italiana mi chiamò nuovamente per registrare due brani natalizi assieme ad un giovane maestro: un certo Ennio Moriccone. Assieme a questo giovane direttore d’orchestra di allora, da cui ricevetti anche i complimenti a fine registrazione, interpretai  alcune canzoni tra cui, La storia del bimbo Gesù e La buona stella. Da questo momento in poi però, la mia carriera si spense momentaneamente: non ebbi più offerte e così, dopo una lunga riflessione, decisi di dedicarmi definitivamente ad un’altra attività. Presi quindi la Laurea in Giurisprudenza e venni assunto come impiegato dalle Ferrovie dello Stato.

 

 Franco Bolignari…ieri!

 

Quindi, come arrivò l’ingaggio da parte della Walt Disney per interpretare la versione italiana della colonna sonora del film, La Carica dei 101?

Era il 1961 quando il maestro della RAI Alberto Brandi mi chiamò improvvisamente per informarmi che erano in atto i provini per la ricerca dell’alter ego italiano di Mel Leven, l’interprete americano della celebre “Cruelia De Ville”, la canzone centrale del nuovo cartoon Disney dell’epoca: One Hundred and One Dalmatians.  Registrai con lui il provino che poi spedì agli studios californiani: restammo in attesa. Qualche tempo dopo arrivò una telefonata: ero stato scelto io !!! Quel momento mi avrebbe reso noto al grande pubblico che infatti, ancora oggi, mi ricorda per essere la voce della celebre canzone Crudelia De Mon della Carica dei 101.

 

Dopo questo importante momento di riconoscimento però, la carriera di Franco Bolignari si interruppe di nuovo: perchè?

Bhe, a dire la verità, mi è letteralmente mancato il coraggio di affidare la mia vita di nuovo all’occasionalità dell’attività canora. Desideravo avere stabilità e serenità ed il mondo artistico con la sua volubilità e precarietà mi spaventava. Volevo crearmi una famiglia e mi tranquillizzava l’idea di un impiego stabile con lo stipendio sicuro a fine mese. A tutt’oggi sono sicuro di aver fatto la scelta giusta. Questo infatti mi ha permesso la realizzazione come marito e come padre. Mi volevo proprio sposare e fare una famiglia. Parallelamente sono riuscito però ad avere anche le mie soddisfazioni artistiche, proseguendo nell’attività di cantante. La fortuna bussò infatti ancora una volta alla porta nel 1965 quando la mia vecchia conoscenza il maestro Alberto Brandi mi propose un provino per la casa di produzione americana 20 Century Fox: stavano cercando la voce italiana di 15 anni, quasi 16…Rolf e Liesi, per il film Tutti assieme appassionatamente, con Julie Andrews e Christopher Plummer. Feci il provino e venni selezionato; ce l’avevo fatta ancora una volta.

Da questo momento in poi però, iniziò una lunga pausa di circa 30 anni prima d’incontrare la Roman New Orleans Jazz Band e riprendere a cantare in modo professionale e continuativo con loro, per dedicarmi completamente alla musica Jazz, da sempre la mia grande passione. Con la Band ho avuto la possibilità di esibirmi assieme a jazzisti di fama internazionale  e ricevere grandi riconoscimenti, oltre che notevoli soddisfazioni.

 

Che consigli darebbe ad un giovane che si accinge ad intraprendere l’attività artistica?

Prima di tutto bisogna assicurarsi che ci sia davvero del talento: questo può avvenire solo affidandosi a maestri seri e coscenziosi, in grado di giudicare con cognizione di causa se davvero vale la pena di proseguire per una via professionale o se, invece, non sia il caso di mantenere il tutto ad uno stato di divertimento. Una volta appurato il talento, si deve possedere NECESSARIAMENTE una GRANDE PASSIONE. Voglio evidenziare questo aspetto perchè ci vuole davvero una fortissima motivazione, affiancata ad un sicuro talento, per far fronte a tutte le volubilità ed i travagli di una carriera artistica, anche di quella più florida. Le delusioni, le amarezze, le incomprensioni, i sacrifici, le rinunce sono tantissime e costantemente incombenti nella vita di un artista. Se non si è pronti ad affrontarle con la professionalità e la serenità necessaria a mantenere la pienezza e la consapevolezza di se stessi e del proprio valore, meglio cambiare strada. E’ bene che questo i ragazzi lo sappiano: non basta avere le spalle coperte; quello che davvero ci vuole è una grandissima forza d’animo unita ad un’indiscutibile determinazione…quando io dissi a mio padre nel 1945 che avevo vinto il concorso, mi sentii rispondere: “Tu mi vuoi uccidere”!?…non gli interessava dell’unicità di quella occasione e persi davvero tanto: roba che oggi, con la fame di ricerca del proprio momento di gloria che c’è, la gente davvero farebbe l’impossibile per avere un’occasione così! Quando riferii della rinuncia al maestro Mario Vallini della RAI, quello mi rispose, e non posso dimenticarlo mai: “Giovanotto! Lei da un calcio alla fortuna!!!” Sapevo allora come oggi che aveva ragione ma, del resto, che potevo fare? I tempi e le leggi erano quelle ed impedivano ad un minorenne di agire contro la volontà dei genitori. Bhe, erano altri tempi…

 

 

Desidero raccontare un curioso episodio. Era la fine del gennaio 1960 e mi trovavo ad Amburgo in tournee con una formazione di musicisti romani, tra cui c’era il pianista Franco Bracardi. Io e Franco condividevamo la stessa stanza d’hotel. Eravamo ragazzi senza troppi soldi e non ci piaceva sprecare il denaro: invece di prendere due stanze ne dividemmo una. Una sera, dopo la fine di un concerto, alle 2 del mattino, stanchi morti stavamo rientrando come al solito ma quella notte Franco non aveva sonno e mi propose di andare con lui a visitare i locali del Reperbahn, il famoso quartiere artistico di Amburgo. Qui era facile incontrare talenti emergenti ed assistere a performance d’avanguardia. Ero troppo stanco e decisi di ritirami in hotel e lasciare che Franco andasse da solo. Ad un certo punto, mentre dormivo, verso le 5 del mattino Bracardi entrò di corsa in stanza e scuotendomi energicamente mi svegliò urlando: “Franco Franco sveglia! Senti questa! Sono stato in un locale chiamato Lido dove stavano suonando 4 ragazzi di Liverpool che interpretavano una musica strana, una musica con un sound che non abbiamo mai suonato!”…erano i BEATLES.