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Il CUORE E LA PIETRA: intervista a Massimo Odierna

15 Febbraio 2013 - ARCHIVIO
Il CUORE E LA PIETRA: intervista a Massimo Odierna

di: Giorgia Sbuelz

Nato a Napoli il 9 gennaio 1986, Massimo Odierna cresce a Pianura, un quartiere periferico. Già all’età di 17 anni comincia a lavorare come animatore nei villaggi estivi e, una volta conseguita la maturità scientifica, frequenta l’Accademia del Teatro “Il Primo” a Napoli. Da qui sostiene il provino che supera brillantemente, per entrare alla “Silvio d’Amico” di Roma. Seguono immediatamente una serie di lavori che lo portano mano a mano a consolidarsi professionalmente e ad incrementare la sua costruzione personale.

Il suo primo lavoro dopo il diploma è “La Bottega del Caffè”, di Goldoni. Interpreta l’antagonista Don Marzio, la regia è di Luca Bargagna; con questo spettacolo si  aggiudicano il premio Attilio Corsini 2011, nella rassegna “Salviamo i Talenti”. Fondamentale poi è l’incontro e la collaborazione col maestro Luca Ronconi, che lo sceglie per il ruolo del Padre nella messa in scena dei “Sei Personaggi” di Pirandello. Forse proprio l’interpretazione di questi personaggi tumultuosi gli consentirà più facilmente di calarsi nei panni di uno tra i più esagitati artisti della storia: Michelangelo Buonarroti. Nell’estate del 2012 Massimo ottiene la parte di Michelangelo giovane nella docufiction “Michelangelo – Il cuore e la Pietra” andata in onda su Sky Arte il 1° novembre 2012, mentre per il ruolo di Michelangelo anziano viene scelto Rutger Hauer. E’ invece di Giancarlo Giannini la voce narrante che accompagna le immagini, leggendo lettere e poesie dello stesso Michelangelo.

 

 

Come sei stato scelto per il ruolo di Michelangelo?

 Stavo lavorando a Spoleto nei “Sei Personaggi”, avevo lasciato crescere la barba per rendere più credibile il personaggio del Padre che interpretavo. Ero molto rilassato e tutto fu più semplice. Il regista, Giacomo Gatti, mi mise in mano un pezzo di legno dicendomi di pensarlo come fosse di marmo e lavorarlo come tale. Quello che ne seguì fu tutta improvvisazione fisica: entrai veramente in contatto con la materia riuscendo a ricreare una sorta di legame con essa. D’altra parte anche la mia fisicità è stata d’aiuto: mi venne detto che possedevo un volto cinquecentesco.

 

Come ti sei preparato in seguito?

Ho letto la biografia “Michelangelo. Una vita inquieta” di Antonio Forcellino, che mi ha fornito preziose informazioni sull’artista e sul contesto storico. Per quel che riguarda la preparazione tecnica ho tenuto a mente il fatto che non potevo avvalermi della voce, essendo una docufiction, e ho agito “ per sottrazione”.

 

Casa intendi con lavorare “ per sottrazione”?

Il mio Michelangelo doveva essere molto fisico, dovevo lavorare essenzialmente sull’impatto visivo. Ho pensato quindi di asciugarlo da ogni gestualità quotidiana, per ridurre all’osso il superficiale e trasformare ogni azione in espressività pura.

 

Come si recita senza parole?

Non posso dire sia stato semplice. E’ fondamentale essere sempre molto presente e molto teso fisicamente.

 

Non si è fatto uso di scenografie. Anche questa una scelta basica. Dove avete girato?

 Le location sono state quelle di vita michelangiolesca. In due settimane abbiamo girato nella Villa Medicea di Poggio a Caiano, Montepulciano, Pienza e Firenze, non c’era bisogno d’altro. Avevamo tutto il Rinascimento a disposizione! E’ stato divertente girare a Palazzo Vecchio, tra la folla di turisti.

 

Che attributi hai dato al Michelangelo  de “ Il Cuore e la Pietra”?

Michelangelo era un artista geniale, immenso. Ma anche un lavoratore instancabile, maniacale. L’opposto del suo rivale dell’epoca, il bel Raffaello Sanzio, vezzeggiato e amato dalle donne, l’artista affabile e benvoluto. Per questo ho cercato di trasmettere tutta l’irrequietezza e il nervosismo di cui era carico quest’artista. L’ ho immaginato come un leone in gabbia, spesso in balia dei suoi committenti e vittima dei suoi stessi tormenti. Ho cercato di infondergli questo grado di tensione, cioè quello della fiera selvatica colta un attimo prima di azzannare una preda, e farlo procedere così, fino alla sua vecchiaia.

 

E tu quanto sei “Cuore” e quanto “Pietra”?

In questo periodo sto mettendo più in discussione il mio aspetto “Pietra”, la mia corazza, le mie certezze: sto lasciando maggiore spazio alle emozioni, alle fragilità del “Cuore”, senza allentare troppo le difese. Non ho ancora trovato il giusto equilibrio fra ragione ed istinto, e chi lo sa, forse non è nemmeno così giusto ricercarlo…

Massimo Odierna interpreta Michelangelo

 

Gli ultimi anni di vita di Michelangelo sono stati interpretati da Rutger Hauer. Come hai vissuto il confronto?

Con il massimo rispetto misto a una sana soggezione. Sono cresciuto con i suoi film, chi può dimenticare Blade Runner o Ladyhawke? Rutger per me rappresenta senza dubbio un’ icona del cinema. Ci siamo incrociati per tre giorni e ci siamo alternati con le riprese. E’  stato un serio professionista, ma anche una persona disponibile e gentile. Non ho avuto modo però di incontrare Giancarlo Giannini, altro grandissimo artista, se non alla serata di presentazione.

 

Che impegni stai portando avanti adesso?

 Sto lavorando su “Le Nuvole” di Aristofane, con una compagnia emergente, la Bluteatro. La regia è affidata nuovamente a Luca Bargagna. Abbiamo messo in piedi un gruppo affiatato nato tra le mura dell’Accademia Silvio d’Amico, da cui proviene lo stesso Luca. Ci fidiamo molto di lui, ci piace il progetto e abbiamo intenzione di crescere ancora. Poi c’è la scrittura: corti teatrali principalmente.

 

Che rapporto hai con la scrittura?

Sicuramente liberatorio, terapeutico. Scrivo storie grottesche, mi piace definirle “miserabili”, che partono da un personaggio comune, inquadrato nel suo quotidiano, e che mano a mano raggiungono situazioni di non- sense.

 

Dove e quando ti possiamo vedere in scena?

 Le Nuvole debutteranno a marzo al Teatro Vittoria di  Roma. Nello stesso mese vestirò ancora i panni del Padre dei “Sei Personaggi” in scena al Teatro India, sempre di Luca Ronconi, che considero un maestro, un genio della recitazione e della regia. Un mese molto intenso, che affronto con l’entusiasmo di chi ama il proprio lavoro e la consapevolezza di collaborare con persone eccellenti.