A cura di: G. Gaito
Domenica 8 marzo alle ore 20.20, e in replica a partire dal 9, su Classica HD, piattaforma SKY, in occasione della Festa delle Donna verrà trasmesso “Questa è la mia voce” (This is my voice), un documentario su Elena Somarè, la principale interprete di fischio melodico nel mondo.
Realizzato un anno fa, per la regia di Claudio Lazzaro, in occasione del concerto di presentazione dell’album “Aliento” al Teatro Off Off di Roma, “Questa è la mia voce” non è soltanto la registrazione di un concerto ma anche l’occasione per ascoltare il racconto di Elena Somarè, la storia di come ha portato ai più alti livelli questo suo particolare strumento, che un tempo veniva relegato in ambito sterilmente virtuosistico, e il percorso artistico che l’ha portata ad esibirsi in tutto il mondo, compresi i paesi arabi dove alle donne fischiare è proibito, perché considerato “Haram”, cioè indecente.
Stati Uniti, Corea del Sud, India, Spagna, Austria, e infine gli Emirati, in un concerto all’Universitè Sorbonne di Abu Dhabi, introdotto dal Ministro della Tolleranza, lo sceicco Nahayan Mabarak Al Nahayan. E proprio questo concerto, in un contesto culturale in cui alle donne è proibito fischiare, stabilisce il nesso con la Festa della Donna e spiega perché Classica HD abbia deciso di programmare il documentario l’8 marzo.
Il fischio melodico di Elena Somarè, così come rappresenta la riscoperta, la valorizzazione e, diciamo pure, la liberazione di un suono profondo e vitale, ingabbiato nella categoria del facile intrattenimento, diventa anche un modo per abbattere costrizioni e gabbie che nel mondo imprigionano ancora la condizione femminile.
Anche oggi, infatti, in alcuni paesi africani e in altre culture, la donna che fischia viene considerata un insulto alla pubblica decenza. E, anche se può sembrare strano, in passato anche da noi questa era la regola.
Nel 700 un proverbio inglese recitava “A whistling woman and a crowing hen are neither fit for God nor men”. Come dire, una donna che fischia è un insulto a Dio e agli uomini. Il fischio era la voce del diavolo (nell’opera Mefistofele, di Arrigo Boito, il diavolo fischia anziché cantare) e in molte leggende e tradizioni popolari una donna che fischia è portatrice di sventura.
Quindi, anche nella cultura occidentale il fischio era tabù, un suono primitivo, un fiato del corpo inammissibile. E proprio per questo Alice Shaw, famosa fischiatrice americana, all’inizio del secolo scorso divenne un simbolo per il movimento delle Suffragette, che combatteva aspramente per il diritto di voto. L’arte del fischio ha dovuto lottare per essere eletta a vera forma di espressione artistica. E di questa vocazione, Elena Somarè, protagonista del documentario in programmazione su Sky, è la principale ispiratrice e rappresentante.