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FIGURA AMORIS: omaggio a Giordano Bruno in Piazza San Paolo alla Regola

12 Marzo 2013 - ARCHIVIO
FIGURA AMORIS: omaggio a Giordano Bruno in Piazza San Paolo alla Regola

Ci sono ancora luoghi dove apprendere arte significa avviare un percorso mentale che nella manualità e dedizione trova una soluzione. Esistono scuole d’Arti e Mestieri, che hanno il compito di amalgamare le vene creative moderne ai segreti tramandati nelle antiche botteghe di artisti e artigiani. La realizzazione del pannello “Figura Amoris”, riproduzione di un importante sigillo di Giordano Bruno è il risultato di questa miscela.

Nato come progetto all’interno del corso di Tecniche Pittoriche Antiche e Decorazione Sacra della Scuola d’Arte e dei Mestieri “Nicola Zabaglia” di Roma Capitale, quest’opera è frutto della volontà e dello studio di un gruppo di allievi/artigiani  diretti attentamente dall’insegnante Letizia Ardillo.

L’intenzione è semplice nella sua apparente complessità: intraprendere un’esperienza conoscitiva, se vogliamo un viaggio interiore, realizzando con il massimo della cura un’opera attraverso tecniche pittoriche del passato. Si è partiti dalla lavorazione della tavola di legno. L’opera, un pannello di 1.60mt x 1.60mt, è stata dapprima scomposta in 16 quadranti minori da 40cm x 40cm.

Ogni tavoletta/quadrante è stata preparata così come si era soliti fare fin dalle Corporazioni e botteghe artigiane medievali: si applica prima una stesura di “colletta”, colla naturale sciolta a bagnomaria, poi si procede  con un’imprimitura a gesso di Bologna e colla naturale. Anche la preparazione della “mestica”, il composto fluido di colla e gesso, segue dei  particolari procedimenti, poiché dalla pregevolezza della mestica dipenderà la resa del colore che si andrà poi a stendere e l’integrità dell’opera stessa. Un impasto mal preparato, può sgretolarsi da subito, o peggio nel tempo, a pittura ultimata.

Dopo 7 mani di mestica, e i giusti tempi di asciugatura, la tavola va levigata fino ad ottenere una superficie bianca e vellutata.

A questo punto il soggetto che si vuole rappresentare viene tracciato sull’imprimitura attraverso una maschera di carta traslucida forellata, su cui viene spolverizzata della terra naturale. Sollevata la maschera si correggono col pennello eventuali sbavature e si passa alla preparazione del colore.

In questo caso si è scelta la tecnica della tempera al rosso d’uovo, molto usata nel Medioevo e nel Rinascimento, adatta ai lavori particolareggiati.  Mescolando i pigmenti in polvere al tuorlo, aggiungendo acqua e un cucchiaio d’aceto per garantirne la conservazione, si è ottenuto una gradazione di blu molto intenso, dal fondo quasi nero eppure molto brillante. Le parti bianche sono state rinforzate da una mano di bianco titanio, che stacca dal fondo la mirabile figura geometrica avvolta in un reticolo, dove spicca sulle intersezioni la scritta “MAGIC”: ecco realizzato così uno dei più significativi sigilli del filosofo nolano, la Figura Amoris.

Rivolgere un omaggio a Giordano Bruno è sembrato doveroso (la scuola sorge a due passi da Campo dei Fiori dove arse il suo rogo nel 1600) la scelta poi è stata agevolata dall’incontro con un gruppo di studiosi di Napoli guidato dal ricercatore Salvatore Forte e dal regista Francesco Afro De Falco: il gruppo dedica al filosofo seminari e opere cinematografiche, così da poter diffondere la vita, le opere e soprattutto il pensiero di un uomo che appare sempre più attuale nella ricerca di una spiritualità globale e unificatrice.

Andando ad analizzare il significato della “Figura Amoris”, riscopriamo il sentiero conoscitivo che parte dai diagrammi geometrici utilizzati dal Bruno: non solo figure, ma concetti filosofici, fisici e metafisici, teoremi matematici e arte della memoria. I sigilli costituiscono quindi un mezzo per far rivivere all’interno della persona che osserva ciò che è celato, il secretum, con immagini subliminali così sottili da rievocare il senso del divino.

All’interno dei sigilli sono quindi sintetizzati i concetti stessi del Bruno; un sigillo si guarda, si comprende e si interiorizza: attraverso questi tre passaggi fondamentali viene quindi assorbito a vari strati razionali.

I livelli di lettura del sigillo sono perciò multipli: può essere visto come un disegno geometrico, può spiegare delle leggi naturali, può risvegliarci degli archetipi interiori e quindi accedere ad uno stato vibrazionale del nostro pensiero più elevato. La fase di interiorizzazione avviene con l’arte della memoria, suscitando il ricordo atavico, il pre-ricordo dell’individuo storico nel subconscio.

La nostra Figura Amoris è costituita da semplici richiami visivi: linee, cerchi, intersezioni e lettere alfabetiche che compongono una parola specifica.

Nell’essenzialità della composizione, sono inscritte le leggi dell’intero universo. Il cerchio è il fondamentale richiamo della perfezione, rimanda al ciclico flusso della vita, anticipa la sfera del mondo e quella solare: poiché in geometria tutto tende a perfezionarsi nella sfera, così l’uomo dovrà perfezionare la sua natura in natura solare.

Tutte le linee impiegate rappresentano invece il modo di pensare: sono energia che passa da punto a punto creando un campo, sono collegamenti del divino nella materia. Gli stessi punti sono snodi vibrazionali che fanno transitare le linee di forza che tutto uniscono e tutto mantengono.

La mente partecipa a questo movimento energetico attuando un processo di purificazione dal basso verso l’alto, nel tentativo di generare delle forme superiori.

Il limite estremo di questa elevazione di pensieri sfiora le idee platoniche. L’arte stessa rappresenta questo limite che trasforma l’idea e la fa discendere nella materia. Il passaggio dal mondo superiore a quello inferiore diventa Figura Amoris, poiché è l’amore il legante naturale che collega il divino alla terra.

Si svela così la scritta “Magic” che campeggia sul sigillo: che cosa è la magia se non un atto di trasformazione del naturale al divino? Il mezzo utilizzato per tale impresa è l’Amore. L’amore è la somma di tutte le forze naturali che consente di operare tale magica trasformazione.

L’amore è il prodigioso strumento che muta il piombo in oro, e l’arte ne è la rappresentazione nella materia. Tutto il resto è interiorizzazione.

Tenendo a mente, e soprattutto a cuore, l’importanza del significato che questo sigillo riveste nel pensiero di Giordano Bruno, il gruppo unito e concentrato, come le antiche maestranze erano solite fare, ha brillantemente cooperato alla realizzazione di questo omaggio ad uno dei più grandi pensatori di tutti i tempi.

Il risultato è visibile a chiunque abbia voglia di fare una passeggiata nel centro storico di Roma, il consiglio è di passare prima in piazza a Campo dei Fiori, dove svetta imponente la statua di Giordano Bruno, ed in un secondo momento è quello di recarsi presso la sede della scuola Nicola Zabaglia, in Piazza San Paolo alla Regola n°43, dove ci si potrà rendere conto tangibilmente di quanto sia ancora vivo il passaggio e l’ insegnamento di questo grande filosofo.

 

 

Hanno collaborato alla realizzazione dell’opera:

 

Daniel Sabal Lecco

Giorgia Sbuelz

Maddalena D’Alessandro

Maria Antonietta Cantone

Maria Grazia Corridoni

Roberta Flagiello

Rosario D’Arco

Silvia Principe

 

 

di: Giorgia Sbuelz