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Apre il nuovo Anno Accademico 2015-2016 dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Il saluto del Presidente.

13 Novembre 2015 - ARCHIVIO

Di: Giovanni Anzidei

Capo Uffico Stampa Accademia Nazionale dei Lincei

 

Cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2015-2016

 

Relazione del Presidente dell’Accademia dei Lincei

Alberto Quadrio Curzio

Nell’aprire questo 413° anno della Accademia Nazionale dei Lincei ho l’onore anzitutto di dare lettura del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Prof. Sergio Mattarella che molto ringrazio per le generose parole.

Ora mi rivolgo, per la prima volta come presidente, ai Soci lincei che ringrazio per la fiducia accordatami consapevole – come dissi al momento dell’elezione – degli onori e dei doveri, delle soddisfazioni e degli oneri istituzionali, ma anche personali.

Confido nel sostegno di tanti soci con cui da anni collaboro e che ringrazio collegialmente a partire da un ottimo Consiglio di Presidenza.

Saluto i vincitori dei premi Feltrinelli che proclameremo tra poco e il pubblico dove vedo tanti amici ed amiche.

Parlo sapendo che tutti voi mi ascolterete con benevolenza ma anche intimidito dallo sguardo vigile ma non minaccioso di Federico Cesi e di Galileo Galilei, raffigurati alle mie spalle. Sono ben lieto di questi sguardi perché la nostra ansia di presente e di futuro non deve mai farci dimenticare il nostro passato che è possente e vivente.

  1. Mi rivolgo anzitutto ai nuovi Soci italiani e stranieri

Essi entrano ai Lincei per le ricerche scientifiche che li hanno resi eminenti, ma anche per la loro dedizione alla scienza e alle scienze. Cioè a un sapere che va oltre le singole competenze e risultanze disciplinari. A questo servono le cooptazioni che passano attraverso ben tre stadi di valutazione: quello della categoria (disciplinare), quello dell’adunanza di classe (sia essa quella di scienze fisiche, matematiche, naturali oppure quella di scienze morali, storiche e filologiche) nella quale si possono fare valutazioni motivate sulle candidature proposte dalle Categorie; quello di tutti i Soci della Classe che votano a domicilio con scheda segreta.

Questa è una sequenza irrinunciabile perché i Lincei sono una Comunità della saggezza scientifica dotata di convinzioni culturali profonde che si radicano nella storia e dalle quali si possono trarre orientamenti oggi per il progresso civile, per il bene comune, per lo sviluppo umano. Questa saggezza scientifica, spesso ma non sempre, si consegue con la seniorità che non è dunque fattore discriminante ad essere un Linceo attivo, anche se l’obbligo di dare continuità alla nostra istituzione ci richiede una adeguata presenza intergenerazionale.

Scienza e cultura, infine, non dovrebbero avere confini statuali ed è per questo che noi dobbiamo dare tanto rilievo ai Soci stranieri. Anche se è naturale che ciascuno consideri prevalente un Paese (nel caso specifico noi siamo nell’Italia europea) quale destinatario della propria opera.

Questi orientamenti della nostra Accademia (scienza e cultura, comunità e saggezza, storia e presente, identità e universalità) caratterizzano i Lincei dalla fondazione, sono confermati nelle sue rifondazioni, si trovano nel nostro statuto di oggi.

  1. Partiamo dall’oggi

La missione attuale dei Lincei è fissata, davvero magistralmente, dal nostro statuto al quale rimando i nuovi Soci, in particolare per l’articolo 1 che afferma:

“1.L’Accademia Nazionale dei Lincei, istituzione di alta cultura, con sede in Roma, ai sensi dell’art. 33 della Costituzione, si dà i propri ordinamenti e assolve i compiti istituzionali nell’osservanza delle leggi dello Stato e nei limiti da queste stabiliti.

  1. L’Accademia Nazionale dei Lincei è costituita dai Soci e tale composizione associativa ne caratterizza la struttura e l’attività.
  2. L’Accademia ha lo scopo di promuovere, coordinare, integrare e diffondere le conoscenze scientifiche nelle loro più elevate espressioni nel quadro dell’unità e universalità della cultura”.

Per questo l’Accademia dei Lincei è codificata tra gli “Enti di alto rilievo” nelle Istituzioni della Repubblica, per questo dal luglio 1992 è consulente scientifico e culturale del Presidente della Repubblica il quale, motu proprio, dal 2006 le ha accordato l’Alto Patronato permanente. Per questo i Lincei possono fornire (su richiesta e anche di propria iniziativa) pareri ai pubblici poteri nei campi di propria competenza.

Dunque universalità e italianità, libertà e istituzionalità. Questa è anche nostra storia e il nostro presente ruolo su cui ci intratteniamo ora.

  1. La nostra storia

I Lincei hanno avuto una fondazione e due rifondazioni: quella del tardo Rinascimento, quella del Risorgimento, quella della Repubblica. Non possiamo dimenticarlo mai.

Federico Cesi (membro di una assai nobile e potente famiglia Umbro-Romana) fondò diciottenne i Lincei nel 1603 con soci italiani e non, nel 1611 vi ascrisse Galilei Galilei che poi difese nei processi che lo videro vittima dell’antiscientificità. Con la morte di Cesi nel 1630 i Lincei si spensero istituzionalmente ma non idealmente.

Quintino Sella rifondò i Lincei nel 1873 e con Terenzio Mamiani della Rovere (presidente della Classe di Scienze morali), ne fece il caposaldo scientifico, con una forte apertura europea, del Risorgimento e di Roma Capitale. Ma anche dell’identità italiana perché Sella e Mamiani furono studiosi insigni ed ancor più statisti per il progresso di scienza e cultura.

Benedetto Croce, Luigi Einaudi (nuovo vicepresidente) e Guido Castelnuovo (nuovo presidente) rifondarono i Lincei tra il 1944 e il 1946.Nel 1939 la dittatura fascista aveva infatti soppresso i Lincei incorporandoli nella Accademia d’Italia ch’era acquiescente al regime diversamente dal nostro Sodalizio del quale molti soci furono perseguitati e costretti all’esilio.

Un giorno un amico di grande livello scientifico internazionale, che fu perseguitato e dovette fuggire con la famiglia in quanto ebreo, mi disse, dopo esser diventato Linceo: “I Lincei nella storia si sono sempre comportati bene”.

  1. La nostra missione oggi

Con la Repubblica, i Lincei sono diventati l’Accademia Nazionale che conosciamo oggi fruendo di un particolare rapporto con il Capo dello Stato, come dimostra il Messaggio del Presidente Sergio Mattarella che ho letto. Luigi Einaudi (grande statista e insigne studioso), che fu il nostro primo Presidente della Repubblica, fu anche sempre un linceo continuando a frequentare le nostre riunioni. Egli istituì il premio del Presidente della Repubblica di cui siamo orgogliosi.

Siamo grati a tutti i Presidenti della Repubblica con un pensiero affettuoso particolare a Carlo Azeglio Ciampi e a Giorgio Napolitano dei quali ho potuto personalmente constatare non solo la vicinanza ai Lincei ma anche la profonda condivisione della nostra importanza storico-istituzionale e della nostra filosofia scientifico-culturale.

Lamberto Maffei, nei sei anni di ammirevole presidenza dei Lincei, ha avuto dal Presidente Napolitano un grande supporto per il progetto che trova il proprio motivo fondante nell’accordo tra Lincei e Miur per – cito – “favorire il potenziamento dei livelli di conoscenza del mondo scientifico all’interno del settore scolastico”. È nata adesso, generata dai Lincei, la <<Fondazione i Lincei per la Scuola>>, presieduta da Maffei che proseguirà questo progetto estremamente impegnativo (al quale si stanno dedicando con gratuità e generosità vari colleghi) che ha affiancato in una posizione di grande rilievo le   missioni tradizionali dei Lincei.

Quanto a me, tre sono i miei progetti o meglio intendimenti in quanto gli stessi dovranno essere vagliati dal Consiglio di Presidenza, al quale ne ho già accennato trovando interesse e, ove necessario, dalle adunanze delle Classi.

  1. La vita istituzionale

Il primo intendimento è che la vita istituzionale dei Lincei prosegua con una attività scientifica fatta di riunioni, convegni e conferenze che coinvolgono soci ed anche selezionati studiosi esterni. Guardando ai Consuntivi annuali e triennali della Classe di scienze morali che ho presieduto per sei anni e dove per altri sei sono stato segretario, esprimo grande ammirazione ai soci che hanno svolto un’attività straordinaria per qualità, intensità, complementarietà.

È un’attività poco mediatica nel frastuono d’oggi, ma di sicuro valore anche perché ben organizzata in <<segnature>>, <<approfondimenti>>, <<lectiones breves>>.

La programmazione annuale è indispensabile per evitare l’affollamento di iniziative, molte (forse troppe) delle quali ospitate, che il Presidente ed il Consiglio di Presidenza ed anche i nostri collaboratori stentano a reggere malgrado il loro impegno coordinato dalla sagacia del Cancelliere Ada Baccari. Anche perché scarse sono le risorse finanziarie, sia pure saggiamente vigilate dall’Accademico Amministratore Maurizio Brunori.

Stimo molto questa intensa attività, ma nel contempo penso sempre a quella frase che Einaudi scrisse nel 1947 poco prima di diventare Presidente della repubblica a 73 anni. Età che oggi equivale ad almeno 10 anni in più:

«i soci [delle accademie, ndr] sono orgogliosi di farne parte; e confesso che nessuna distinzione mi fece maggior piacere di quella di essere cooptato, ossia chiamato a far parte del loro numerato sodalizio, da uomini che veneravo e di cui improvvisamente diventavo astrattamente l’uguale.

Ad uomini, che nella vita non hanno di solito molte probabilità di conquistare onori e ricchezze, si può perdonare l’innocente vanità di dar valore all’appartenenza – non per nomina dall’alto, ma per libera scelta di coloro che già ne fanno parte – ad un’aristocrazia di uguali….. spesso parlano [gli accademici ndr] un linguaggio incomprensibile ai più; e sempre quelle comunicazioni sono assaporate, come meritano, solo dai pochi che conservano, col crescere degli anni, quella particolare forma di curiosità, che si dice “scientifica”, che si compone di consapevolezza ….. di non sapere nulla o di ansia di continuare ad apprendere”.

Sono quelle attività alle quali hanno preso parte nel corso del tempo anche i 14 soci premi Nobel italiani e tanti altri soci che hanno ottenuto premi non meno importanti anche se non così noti.

          Ciò conferma il livello scientifico internazionale dei nostri consoci e della nostra Accademia.

  1. La diplomazia culturale e la politica scientifica

 

Il secondo intendimento riguarda la diplomazia e la politica cultural-scientifica interna ed internazionale.

Al proposito è necessario un chiarimento preliminare: In accademia difficilmente riusciamo a fare ricerca scientifica mancandoci mezzi e strutture. Così è anche per molte altre accademie, ben più ricche di noi, che però fanno più di noi politica delle scienze e della cultura, sia presentando selezionate risultanze delle ricerche che i soci fanno nelle loro Università, sia intervenendo nelle questioni di rilevanza pubblica ed istituzionale.

La diplomazia culturale e scientifica si può realizzare anche nelle relazioni con organizzazioni accademiche internazionali e negli accordi bilaterali con singole accademie nazionali di altri Paesi.

La Commissione Relazioni Internazionali (CORINT) sta, al proposito, lavorando bene e va potenziata.

Per quanto riguarda i rapporti con organizzazioni internazionali, Soci Lincei si trovano alla presidenza di EMAN (Euro Mediterranean Academic Network) e dell’ALLEA (All European Academies) Working Group Science Education, altri sono membri degli organi direttivi della stessa ALLEA e di IAP(InterAcademyPAnel). Altri Soci ancora sono componenti di comitati scientifici e gruppi di lavoro di organizzazioni internazionali, come i Working Groups ALLEA su E-Humanities e su Social Sciences and Humanities e nello Environment Steering Panel di EASAC (European Academies Science Advisory Council). Per quanto riguarda i rapporti bilaterali con altre accademie nazionali, questi consentono la organizzazione di iniziative in collaborazione e lo scambio di soggiorni di studio da parte di scienziati dei due Paesi interessati. I Lincei hanno stipulato accordi di collaborazione con numerose accademie straniere tra le quali di recente sono entrate anche quelle asiatiche della Corea del Sud e del Vietnam nonché lo STS Forum giapponese.

Nel 2017 dovremo ospitare il <<G7 della scienza>> Cioè l’annuale riunione delle Accademie Nazionali delle Scienze dei Paesi del G7 che precede il vertice politico-istituzionale. Quest’anno la riunione si è svolta a Berlino con la partecipazione attiva alla sessione conclusiva del Cancelliere Merkel. Di ciò ho informato sia il Presidente della Repubblica sia quello del Consiglio con i quali sarà importante la collaborazione dei Lincei per il G7 del 2017.

Al proposito stiamo lavorando da tempo ad una iniziativa (che ha già avuto due convegni e ne avrà un altro nel 2016 in concomitanza dei 50 anni della alluvione di Firenze) sulle Città d’arte e la loro resilienza agli eventi catastrofali. Si tratta di un tema interdisciplinare tra le due Classi sul quale contiamo di avere la collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; di altre istituzioni ed operatori.

È di ieri anche la notizia che lo InterAcademyPanel (associazione di 107 accademie scientifiche di tutto il mondo) ci ha concesso un finanziamento.

Roma è un anche giacimento culturale, artistico, architettonico, archeologico con millenni di storia sul quale operano da molti anni circa 40 accademie e istituzioni culturali stranieri con sede nell’Urbe.

Con le stesse dovremmo intrattenere relazioni più sistematiche utilizzando anche ove necessario nostre Fondazioni specialistiche, per esempio la Caetani.

Anche altre Fondazioni interne all’Accademia potrebbero essere utili. In particolare la Donegani avrebbe il prestigio specifico per collaborare con imprese italiane molto innovative nel settore della conservazione dei beni artistici e architettonici.

Non meno importante è il ruolo delle Commissioni della Accademia e del Centro Linceo Interdisciplinare Beniamino Segre.

Infine potremmo dare il nostro patrocinio, dopo attenta valutazione, ad alcuni istituti di ricerca italiani che ci paiono meritevoli e che sarebbero certamente onorati di averlo.

  1. Premiare ed incentivare l’eccellenza

Il terzo intendimento riguarda la premialità e l’incentivazione delle eccellenze esterne.

È un campo sul quale dobbiamo interrogarci a fondo perché, pur essendo i nostri premi prestigiosi, l’opinione pubblica nazionale ed internazionale, forse, non ne coglie appieno la portata.

Il premio Presidente della Repubblica ed il Premio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali confermano il nostro rilevo presso le Istituzioni.

I premi Feltrinelli ,che sono anche cospicui finanziariamente, hanno una storia che per qualità di premiati è paragonabile, in molti casi, ai più importanti premi internazionali.

Dobbiamo attribuire crescente importanza a questa nostra opera sia per valorizzare ed incentivare i ricercatori più giovani che hanno già fatto importanti scoperte sia per premiare studiosi molto affermati e la cui opera ha segnato veri e propri tratti di storia della scienza.

È bene avere consapevolezza che dal 1950 abbiamo attribuito 91 premi internazionali e 250 premi nazionali nonché 27 premi per un’opera eccezionale di alto valore morale ed umanitario.

Più precisamente sono stati conferiti: 60 premi a cittadini italiani e 20 premi internazionali nell’ambito delle Scienze morali e storiche; 76 premi nazionali e 20 premi internazionali nell’ambito della classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali; 56 premi nazionali e 15 internazionali nell’ambito delle Lettere; 61 premi nazionali e 18 premi internazionali nell’ambito alle Arti; 57 premi nazionali e 18 premi internazionali nell’ambito della Medicina.

È giunto il momento per elaborare una storia di questi premi, anche perché dalla stessa ci renderemmo conto di quanto abbiamo contribuito, nell’esercizio della nostra saggezza scientifica, a promuovere ed a premiare le scienze.

Non meno importante sarebbe la pubblicazione di saggi dei premiati in una collana dedicata dei Lincei che avesse la più ampia circolazione internazionale.

Sono queste altre due proposte alle quali vorrei dare concretezza in futuro.

  1. Concludendo: un ricordo e un auspicio

Oggi attribuiamo i premi Feltrinelli per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche: quattro premi nazionali ed uno internazionale. Attribuiamo altresì il premio per un’opera di alto valore morale ed umanitario. Di loro parlerò tra poco, ma sin d’ora esprimo ai premiati le più vive felicitazioni di tutta l’Accademia.

Concludo ora con un ricordo che è anche un auspicio per i Lincei.

Nell’anno accademico 2014-2015 sono scomparsi Giorgio Salvini (un grande fisico) e Giovanni Conso (un grande giurista) che hanno avuto importanti ruoli Istituzionali e civili. Anche per queste loro opere, essi hanno portato prestigio ai Lincei dove sono stati testimoni e continuatori fedeli ed acuti della pluricentenaria tradizione del nostro Sodalizio arricchendolo di scienza e di cultura unite ad una profonda sensibilità umana. Il loro ricordo è anche auspicio per il futuro della Accademia Nazionale dei Lincei.