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GUERREROS Y DIABLOS, L'ARTE DEL PITTORE RIBELLE, GIAN LUCA GENTILI

12 Giugno 2013 - ARCHIVIO
GUERREROS Y DIABLOS, L'ARTE DEL PITTORE RIBELLE, GIAN LUCA GENTILI

Di: Fabiana Carucci

 

 

Con 17 dipinti esposti alla Galleria Iper Uranium di Roma, Gian Luca Gentili parla della sua vita, del suo essere e della sua arte. GUERREROS Y DABLOS in mostra dall’11 al 20 giugno, racconta l’uomo nella propria essenzialità, nello spirito guerriero fatto di grinta, istinto, sete di giustizia, contatto con quell’animo bambino che troppi lasciano sepolto per sempre.

Gian Luca Gentili è architetto, interior designer, artista, surfista. Prende parte a diversi concorsi tra cui il Concorso Internazionale di Architettura New York Central Park e quello di Ampliamento del Museo el Prado di Madrid. Ha portato le sue opere in alcuni tra i maggiori punti espositivi e musei del nostro Paese come il Palazzo delle Esposizioni e Palazzo Ruspoli. In qualità di interior designer, si occupa di interni, di riqualificazione di locali di vario genere, pubblici e privati. Insegna anche all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro dal 1997 e all’Accademia di Belle Arti RUFA di Roma dal 2011.  

Gian Luca Gentili è un artista capitolino tra i più noti ed apprezzati, dalle molte sfaccettature, le cui opere  vengono ospitate fino al 20 giugno presso la Galleria Iper Uranium, in via dei Banchi Nuovi, nel cuore della sua Roma, a due passi da Castel S. Angelo ed è proprio lui a parlare di quando l’architetto è divenuto un pittore.  “Come architetto inizio a muovere i miei passi intorno al 1994 – racconta Gianluca – e poi, grazie alla passione per il surf, nel 2006 iniziai a prendere delle lezioni: erano molto lunghe, affannose e per cercare di ricordare tutti i vari movimenti iniziai a graficizzarli con una matita su di un foglio, nel tentativo di metterli a fuoco. Da quel momento ho iniziato a disegnare in modo artistico e, ben presto scoprii che la matita, seppur divertente, non mi bastava più. Avevo bisogno di esprimermi in modo più ampio ed iniziai pertanto ad aggiungere l’acquarello, il colore, cominciando in tal modo a lavorare un po’ sull’idea del fumetto, del divertimento in stile Hippy, tipico degli anni ’70. Questa parte grafica è durata un bel po’ ed ancora continua a piacermi per molti aspetti; poi ho sentito il bisogno di un salto qualitativo. Così ho aggiunto acrilico e tela ed ho sperimentato per un anno, fino al 2010 quando ho finalmente preso piena consapevolezza di questo mio nuovo percorso e sono nato come artista“.

Le sue tele si compongono di colori forti, accostamenti decisi, tratti netti, disegni astratti e diretti, messaggi e rappresentazioni su diversi livelli e piani prospettici, alla ricerca del simbolismo profondo atto a dialogare con l’aspetto istintuale e intimo di chi osserva; a provocare comunque un’emozione e far riemergere la parte più spirituale ed istintiva dell’io. Il richiamo alla libertà, allo Street style degli anni ’70 è chiarissimo, con un accenno di pop art e una nota espressionista, persino una certa forma di cubismo new romatic. Opere cariche di energia, grida artistiche visive che sembrano destare l’animo sopito di chi osserva ed è messo in stand by da una società disumanizzata dall’eccesso di modernismo tecnologico. Le opere di Gentili richiamano ad un’urgente esigenza di risveglio dell’animo umano che ha disperato bisogno di contatto con la sua essenza spirituale-naturalistica-divina. L’Avatar di ciascuno di noi si affaccia prepotente a voler ritrovare l’essenza umana, risvegliare lo spirito combattivo, il demone inteso come scossa energetica e vitale. Le tele di Gentili urlano all’osservatore di reclamare il suo posto all’interno del ciclo naturale da cui sembra fuoriuscito.

“Il mio primo periodo, dal 2010 al 2011, lo posso definire di ricerca, quasi un’evoluzione del momento grafico – prosegue Gianluca – fino a quando mi sono voluto svestire definitivamente dall’abito di architetto e una notte ho preso la vernice, iniziando così ad imprimere nervosamente e violentemente su un foglio. E’ stato tutto istintivo, divertente, senza troppo pensare: improvvisamente è venuta fuori questa parte infantile, bambinesca, un po’ primitiva anche,  in cui ho rappresentato i miei guerrieri; dei giovani piccoli guerrieri amanti del surf che adorano galleggiare tra le onde. Questi guerrieri vanno verso una società che oggi non funziona più, terribilmente negativa”.

I surfisti sulle tele di Gentili sono una tribù che di giorno sorride e vive in armonia con l’energia della natura e di notte poi, intorno al fuoco, si riscopre come corpo unico che prende ogni cosa ha a disposizione, a partire dalla forchetta con cui si mangia, per alzare la voce contro una società che oggi porta un sistema “completamente negativo, fallito”, come sottolinea l’artista stesso, che prosegue evidenziando quanto oggi l’essere umano sia “completamente morto. Oggi la gente si lamenta e poi sta distesa a casa senza alcuna reazione: ce la prendiamo con tutti e  restiamo imbambolati davanti alla televisione senza fare nulla di concreto. L’impatto col mondo del surf mi ha mostrato invece esseri umani che vivono con energia e forza. Mi piace sperare che un giorno tutta la società ritrovi questo spirito che non è sparito per sempre, ma è sepolto in ognuno di noi e chiede a gran voce di essere liberato. Nei miei quadri ai guerreros – surfisti si affiancano i diablos che nascono col fiore in bocca, giocosi, divertenti, allegri, d’esempio molto più di certi personaggi che dovrebbero spiegare a tutti come si vive e che invece…bhe, lasciamo perdere va! Quindi per me queste sono immagini divertenti, allegre, ma anche un po’ dissacranti e provocatorie”.

I guerrieri di Gianluca si affiancano ai diavoli del primo periodo, dando inizio nel 2012 ad una sua seconda fase, con uno step successivo che porta ad una crescita artistica ulteriore, in cui si passa da un momento più impetuoso, serio, di ricerca, ad una fase di passaggio in cui l’artista si riconosce come in un momento transitorio di vita verso la piena realizzazione del proprio potenziale espressivo. “Il primo periodo di impatto artistico – chiarisce Gentili – è stato pura sperimentazione, presa di coscienza e conoscenza col surf e mi rappresenta di più nel mio vero modo d’essere; il secondo invece è fin troppo serio, cupo, tormentato. Il terzo, quello che sto vivendo ora nel 2013, a due anni e mezzo dalla nascita di mia figlia, mi appartiene proprio completamente ed è il passo successivo che nasce dal percorso precedente, dai due passaggi che lo precedono e che sono ciò che mi ha portato ad essere oggi. Mia figlia è stata un’iniezione fortissima di energia che ho messo nei tratti forti, colorati, violenti, nell’esplosione di cuori, fiori che sono un messaggio di assoluta forza ed energia positiva, la vera e piena presa di coscienza. Quando ho iniziato era solo un gioco di matita che si è trasformato solo dopo in arte, con un’esplosione di energie finalmente liberate e di cui ho preso coscienza. Poi c’è stato un periodo quasi oscuro, di rabbia e voglia di ribellione, un grido