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MALATTIE DELLA PELLE – DAI TUMORI CUTANEI ALLA PSIORIASI E DERMATITE ATOPICA. IL PUNTO DELLA MEDICINA

29 Marzo 2019 - SCIENZA RICERCA SALUTE

Di: Fabiana Carucci

Direttore editoriale www.italianbabylon.net

Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita esponenziale di quanti soffrono di malattie della pelle: secondo una stima recente, in Italia ne è colpito circa il 25% della popolazione, in linea con il trend europeo, con una tendenza al rialzo. Il trend in realtà è mondiale, e molteplici sono i fattori scatenanti.

Nel 2018 il nostro Paese ha fatto registrare 14.000 nuovi casi di tumore cutaneo, come fotografato dagli esperti SIDe MaST, impegnati in una nuova campagna d’informazione, volta ad una corretta educazione all’approccio delle patologie cutanema, soprattutto, a promuovere la prevenzione. Oggi abbiamo circa 3.000 malattie diverse della pelle ed un solo specialista; il dermatologo. Per le malattie specificatamente infiammatorie quali la psioriasi e la dermatite atopica, si calcola che ne è colpito il 10% della popolazione. Chi è colpito da dermatite atopica può arrivare a spendere di tasca propria dai 2.000 ai 10.000 euro l’anno per prodotti non rimborsati dal SSN – afferma Piergiacomo Calzavara Pinton, Professore Ordinario di Dermatologia e Venerologia dell’Università degli Studi di Brescia, nonché Presidente SIDeMaSTcome creme emollienti, antistaminici e antibiotici locali, abbigliamento speciale e così via. In realtà gravi sono le ricadute di spesa sia sul singolo cittadino che sul Sistema Sanitario Nazionale”.

Per quanto riguarda invece i tumori cutanei che, lo ricordiamo, sono di diversa tipologia, Calzavara Pinton ha sottolineato come: “se trattai in fase precoce, i tumori cutanei sono del tutto eradicabili; non dovrebbe morire nessuno per un tumore della pelle perchè è proprio la sua collocazione a renderlo facilmente estirpabile, prima che arrivi a creare danni mortali. Per far questo però bisogna promuovere una massiccia campagna d’informazione pubblica, affinchè la popolazione sia in grado di mettere in atto tutta quella serie di pratiche quotidiane preventive, come proteggersi dal sole ad esempio,e riconoscere un’anomalia cutanea sospetta, differenziandola da normali segni d’invecchiamento. Negli ultimi anni la scienza ha rivoluzionato le terapie, purtoppo però si assiste ad una chiusura di molti reparti ed alla riduzione drastica del personale medico. Basti pensare che in Italia attualmente sono in servizio circa 5.500 dermatologi, mentre si calcola che nel giro di pochi anni si scenderà a circa 3.000 professionisti in attività. Purtoppo manca un’attivazione di servizi territoriali massicci, e cosa ancor più grave, nel piano di studi  per infermieri ed assistenti sanitari è scomparso lo studio delle cure per le malattie della pelle”. Oggi vige una giungla di false informazioni ed ancora, purtroppo molta ignoranza in materia.

Ketty Peris, Professore Ordinario di Dermatologia e Venerologia e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Dermatologoia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nonché Consigliere SIDeMaST e Segretario Generale del 24° Congresso Mondiale di Dermatologia, precisa come: “si possono identificare 3 grandi categorie di tumori cutanei e di tutte le forme tumorali, quelle che colpiscono la pelle sono da considerarsi i più frequenti nella popolazione mondiale, Italia compresa. Molti sono i fattori scatenanti, dalla genetica, all’inquinamento ambientale, al sole fino ad una serie di cause non ancora ben identificate. E’ verissimo che la maggior parte può essere identificata in fase precoce, purtroppo però siamo di fronte anche a molte forme già avanzate e lì l’intervento diventa molto più complesso. Fino a 20 anni fa potevamo fare poco per questi malti; i tumori della pelle erano speso diagnosticati nella loro fase avanzata, condizione in cui eravamo praticamente impotenti, e le malatie infiammatorie gravi non avevano terapie davvero efficaci . I cambiamenti organizzativi del SSN avavano inoltre ridotto le capacità assistenziali per i pazienti, azzerando di fatto la possibilità di ricovero, senza offrire un sostegno valido nel territorio”.

Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito ad una vera rivoluzione, sia nella fase diagnostica che nella proposta di nuovi farmaci che si stanno rivelando di grande efficacia nella terapia di malattie infiammatorie e neoplastiche, con risultati ottimi ed impensabili fino a qualche anno fa.

Considerando tutta una serie di patologie che colpiscono la pelle, da quelle infiammatorie, le autoimmuni, quelle allergiche, le degenartive, le tumorali, le infettive (tra cui quelle sessualmente trasmesse), quelle che colpiscoko la cute sono senz’altro le più frequenti e si calcola che nel corso della vita, praticamente tutti, chi più, chi meno, ne è colpito, dalle forme lievi e transitorie, fino a quelle più complesse e persistenti. La pelle è l’organo umano più esteso ed in diretto contatto con tutti gli agenti esterni, a partire dall’inquinamento che, specie negli ulti mi annio affligge gravemente l’umanità ed il Pianeta. Va anche calcolato che, se è vero che lcune patologie infiammatorie come la psioriasi e la dermatite atopica non hanno un alto indice di gravità, in realtà hanno un impatto forte sulla qualità della vita del malato e sulla sua socialità. Basti pensare ad un adolescente che vive male anche l’approccio con i coetanei, la scuola e spesso è influenzato anche nella scelta/rinuncia di un percorso universitario e lavorativo.

La qualità della vita affettiva e lavorativa anche di un adulto possono essere gravemente compromesse, ecco perchè non vanno sottovalutate e spesso allo specialista dermatologo va affiancato anche uno psicologo.

 “Le malattie infiammatorie croniche più comuni della cute sono la psioriasi e la dermatite atopica – ricorda ancora il Prof. Giampiero Girolomoni Professore Ordinario di Dermatologia e Venerol,ogia dell’Università degli Studi di Verona e Past President SIDeMaSTentrambe malattie di cui si conoscono i geni predisponenti e i meccanismi molecolari che determinano l’infiammazione della cute. Per entrameb le malattie, nella maggior parte dei casi, si tratta di forme limitate, ma nel 10-20% dei pazienti si presentano in forma grave, che interferisce pesantemente sulla qualità divita, sulle capacità professionali o di studio e sulle relazioni sociali.

Un notevole aiuto viene anche dalle Fondazioni ed Associazioni di pazienti; tra queste una delle più attive è la Fondazione Corazza di Bologna, sulla psioriasi. Chi è colpito da questa malattia infiammatoriaha detto Valeria Corazza, Presidente della Fondazione dedicata al padre che ne è stato colpito in forma grave – in un momento in cui si parla di medicina personalizzata, credo sia arrivato il tempo di concedere ai medici di curare nel miglior modo possibile i loro pazienti, scegliendo cosa, come, quando e potendo accedere ad ogni tipo di farmaco reputino necessario. Cgi è colpito da psioriasi non a caso cade quasi sempre in depressione. Dal 2014 la psioriasi è stata finalmente riconosciuta come malattia altamente invalidante e a doggi ancora molto dobbiamo lavorare su una corretta informazione pubblica, tesa a sfatare falsi miti, ma anche verso i pazienti, che commettono molti errori, tra cui un non corretto comportamento nei confronti delle cure”.