Menu

IO, GATTO PANCERI. L’UOMO, L’ARTISTA.

15 Ottobre 2013 - ARCHIVIO
IO, GATTO PANCERI. L’UOMO, L’ARTISTA.

 

Foto tratta dal sito ufficiale www.gattopanceri.net

  

………. Se la musica è vuota la gente è vuota……….

……. Io credo che si può andare avanti con la propria forza di volontà, ma non si può andare avanti se non hai qualcuno che ti da la carica, ti sprona, crede in te e nel tuo talento…….

.….. L’informazione pubblica deve adoperarsi di più per promuovere e diffondere la cultura di contenuto, soprattutto in un Paese che è culla della cultura e dell’arte……

….. Manca oggi l’umiltà e la misura reale e realistica delle proprie capacità. Così si producono pericolose bolle di sapone che creano vuoti enormi, travestiti da ripieni culturali……

….. Noi che ascoltavamo MARGHERITA, PASSEROTTO, non avremmo mai toccato con un fiore una ragazza…..

….. C’è qualcosa nel sistema che sta impoverendo la musica e questa cosa è pericolosissima a livello sociale; non per le tasche ma per le teste……

 

…GATTO PANCERI è: libero, fuori dal branco, felice!!!! Questo per me è il successo!….

 

Di: Fabiana Carucci

 

Ho incontrato GATTO PANCERI nella splendida occasione del TROISI FESTIVAL, in quel di Morcone, l’occasione celebrativa per promuovere l’arte e la creatività dei nuovi talenti made in Italy. Affinché ci sia una continuità di guizzo artistico, accanto agli emergenti deve comunque esserci la guida di chi già ha percorso la via del successo ed è qui che il cantautore noto come GATTO PANCERI, insignito del Premio alla Carriera proprio al TROISI FESTIVAL edizione 2013, è intervenuto per portare la sua testimonianza ed esperienza.

Abbiamo iniziato la nostro chiaccherata partendo proprio dal TROISI FESTIVAL, da questa iniziativa atta a celebrare la memoria di un artista da Oscar, l’indimenticabile Massimo Troisi, dando a nuovi talenti una possibilità di emergere e farsi conoscere. In merito a questo, Luigi Giovanni Maria “Gatto” Panceri ha detto che: – “quando c’è un testimonial, un nome così importante come quello di Massimo Troisi, può  scattare ciò che oggi spesso manca, ossia un po’ di dignità ed autocritica. C’è bisogno di professionalità non d’improvvisazione. Basta infatti andare ad esempio su youtube per vedere che oggi s’improvvisano tutti artisti, al di là della presenza o meno del talento, screditando così la professione artistica, nonché la preparazione di un percorso lavorativo tosto e che deve dare un’ insegnamento consapevole ed adeguato. Ben vengano allora iniziative che, come questa, facciano una scrematura basata proprio sulla reale presenza di potenziale talento, testata anche sull’impatto col pubblico. In particolare, per questo Festival, mi è piaciuto molto l’atteggiamento della famiglia perché davanti ai lutti dei personaggi famosi ci sono due sole vie possibili: o ci si chiude al pubblico o invece ci si apre alla gente, come hanno fatto loro e che secondo me è il modo più intelligente,  positivo e costruttivo di fare, quello più giusto per celebrare davvero la memoria di un’artista come Massimo”.

 – In che modo GATTO PANCERI viene ispirato nel suo comporre?

G.P. – “La mia Musa ispiratrice è la vita stessa perché in ogni momento, in ogni cosa che accade a te o a chi incroci nella vita, si può nascondere un’emozione da cogliere e raccontare. Questo per i testi. Per la musica invece, ecco, questo devo dire, che è proprio un viaggio tutto mio, un viaggio che ho iniziato a 14 anni quando ho imparato a suonare la chitarra, quando ho incominciato a dialogare con uno strumento”. 

 – Come hai capito che una passione, comune tra l’altro a quasi tutti gli adolescenti, poteva invece divenire nel tuo caso la professione di una vita? Voglio dire, come hai capito di avere talento?

G.P.  – “Chiunque mi incrociava mi consigliava di andare avanti: la mia insegnante delle scuole medie, Patri Giva della Pfm, MINA, il mio primo editore. Tutti, quando mi ascoltavano e mi conoscevano professionalmente mi esortavano a perseguire per la via della musica e dell’arte e così ho fatto, credendo in me stesso con tutte le mie forze: sempre! Io credo che si possa andare avanti con la propria forza di volontà, ma non si può andare avanti se non hai qualcuno che ti da la carica, ti sprona, crede in te e nel tuo talento, che ti fa vivere delle soddisfazioni, ossia che ti motivi apprezzandoti, spronandoti, confermando così che stai percorrendo proprio  la strada giusta”.

 – Come si fa a restare con i piedi per terra senza bruciarsi quando inizia ad arrivare il successo?

G.P. – “Restare umili, sempre. Per quanto mi riguarda devo dire che sono rimasto sempre uguale e fedele a me stesso in tutte le fasi della mia carriera. Sono stato a Sanremo nel 1986, partecipando al Festival nella sezione Nuove Propostee vincendo il Premio della Critica, mantenendo comunque quanto avevo fatto fino a quel momento, ossia ho continuato ad insegnare. Quando ho scritto VIVO PER LEI è stata una grandissima soddisfazione: mi piace dire che dopo VOLARE del grandissimo Domenico Modugno, è la canzone italiana più venduta nel mondo, ma mi piace ricordarlo ogni tanto; non mi faccio venire la spocchia, bensì la uso come motivazione quando mi viene un momento giù.  Quando sono giù mi dico: – non ti abbattere che hai scritto una canzone mitica!!!!! –  L’umiltà è fondamentale ed oggi ce ne è poca: con l’atteggiamento che hanno i Media di tirar fuori talenti mordi e fuggi in ogni momento, si sta perdendo di vista l’eccezionalità proprio del talento. Come pure la capacità di vedere e riconoscere la vera capacità. Manca oggi l’umiltà e la misura reale e realistica delle proprie doti. Così si creano pericolose bolle di sapone che creano vuoti enormi, travestiti da ripieni culturali. Quando avevo 15 anni e scrivevo le prime canzoni, i miei punti di riferimento, che vedevo inarrivabili anche, erano Dalla, Battisti. Dentro di me, mi dicevo che mai sarei potuto arrivare fin al loro livello: erano gli altri che mi spronavano e mi riconoscevano professionalità. Oggi uno va lì, canticchia una canzone e subito si parla di talento. E’ un gioco televisivo e spesso per amore dell’audience si scambia lo show divertente e l’intrattenimento con il talento, che è invece cosa rara e duratura nel tempo, non il guizzo di un momento. Il pubblico, in tutto ciò è confuso, trascinato in un vortice che lo disorienta anche, spesso e volentieri”.

 – Se potessi essere il ^Ministro per la cultura artistica^, cosa faresti come primi atti di governo?

G.P.