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L’inquinamento ambientale al centro di Ciclopi Terra di nessuno Teatro Abarico 17 e 18 aprile

14 Aprile 2014 - ARCHIVIO

Recensione
Di: Fabiana Carucci
Ciclopi è una freccia scagliata dritta e impietosa nel più segreto inconscio di ciascuno di noi: di chi nega l’evidenza che prepotente si manifesta; di chi vuole scappare ma è trattenuto dalle sue stesse catene; di chi si rifugia in un mondo immaginario, magari del passato, per non vedere un doloroso e mortale presente.
Perfettamente calati nella loro parte, i nostri 4 attori ben rendono le intenzioni della regia e la fotografia di una fantasia fin troppo specchio di una certa realtà.

 

 

L’Associazione Culturale Odysseia
Presenta

 

Ciclopi – Terra di nessuno
Liberamente tratto da Lo Zoo di Vetro di Tennessee Williams
17 e 18 aprile 2014
TEATRO ABARICO
via dei Sabelli 116 – Roma
Il 17 e 18 aprile è in scena “Ciclopi – Terra di nessuno” uno spettacolo che nasce da uno studio sul testo di Tennessee Williams Lo zoo di Vetro. Daniela Dellavalle ne cura la drammaturgia e Paola Tarantino dirige questa grottesca commedia che vede in scena, al Teatro Abarico di Roma, Carolina Cametti, Massimiliano Frateschi, Emanuela Valiante, Fausto Morciano.

Tre individui in un circuito chiuso. Tre postazioni in cui stare al sicuro. Tre gabbiette dove poter giocare senza essere visti. Lo spettacolo narra la vicenda di una famiglia italiana in difficoltà, composta da Amanda, la madre, e da Tommy e Gilda. Poi c’è Jimmy, amico di Tommy, giovane sindacalista e prossimo ad entrare in politica. L’allegra storia di una famiglia in piena crisi economica, costretta a sopravvivere grazie allo stipendio del figlio, giovane operaio in una fabbrica molto simile a quella dei più comuni paesaggi urbani dell’Italia. Si respira un’aria fetida, il cielo è rosso, le fragole verdi. Tommy vuole scappare abbandonare tutto, salvarsi, suonare la sua musica con Gilda, ma lei è strana, speciale, vive come se nulla di ciò che le accade intorno la sfiorasse davvero. A lei basta cantare in camera con il fratello e disegnarsi croci sulle braccia con il rossetto. Tutto questo mentre Sparky (un topo di peluches) stacca i biglietti di un concerto immaginario. Amanda, ex ballerina in tv, aveva lasciato il lavoro per dedicarsi al marito e ai suoi figli. Fuori, intanto, una strana epidemia sta colpendo i giovani operai della fabbrica dove lavora Tommy.

Ciclopi – Terra di nessuno è una commedia grottesca che vuole parlare di noi, nella nostra più frastornata umanità. I tre protagonisti sono figure già esplose, il risultato della cecità, delle distrazioni, dei rischi che corriamo tutti i giorni se non poniamo attenzione alle parole, alle azioni. Personaggi che vivono al limite oltre il quale esiste solo la legge della sopravvivenza; ognuno lotta per se, per non scomparire.

 
CICLOPI – TERRA D NESSUNO
tratto da uno studio sul testo: Lo zoo di Vetro di Tennessee Williams
con Carolina Cametti, Massimiliano Frateschi, Emanuela Valiante, Fausto Morciano
regia e adattamento Paola Tarantino
aiuto regia Elena Fazio
drammaturgia Daniela Dellavalle
musiche Fabio Lombardi
luci Astrid Jatosti

TEATRO ABARICO
17 aprile e 18 aprile
ore 21.00
via dei Sabelli 116
info e prenotazioni: 06-98932488 333 4119069
biglietto 10.00 + 2.00 euro di tessera.

 

 

L’Associazione Culturale Odysseia
è una giovanissima realtà artistica, ha realizzato la sua prima produzione proprio con “Ciclopi-Terra di nessuno” nel 2013. L’associazione si occupa principalmente di drammaturgia contemporanea. È formata da Daniela Dellavalle (drammaturga), da Paola Tarantino (regista e attrice) e da Lucia Ercoli (attrice arte terapeuta). L’obiettivo di Odysseia è quello di sostenere e raccontare delle nuove realtà sociali, osservare e narrare ciò che accade intorno a noi e di creare, attraverso l’arte, un canale di comunicazione col pubblico. Lo scopo e farsi delle domande, non dare risposte, condividere.

 

NOTE DI REGIA di Paola Tarantino
Lo spettacolo prende spunto da uno studio su “Lo Zoo di Vetro” di Tennessee Williams. Da tempo io e Daniela Dellavalle, che ha curato la drammaturgia dello spettacolo, sentivamo la necessità di fare teatro affrontando temi che affondano le radici in ciò che ci succede intorno: dalla crisi economica che come sappiamo ha provocato un irreversibile ritorno ai bisogni primari, alla fatica che molte famiglie ogni giorno vivono per sopravvivere, al crollo dei sogni di molti giovani che non hanno altra scelta che accettare posti di lavoro in cui sono a rischio la loro incolumità e la loro salute; all’assenza di padri che dovrebbero proteggere e assicurare un futuro migliore (padri di famiglia, padri politici, padri artistici). Infine alla cecità, preferita di gran lunga alla vista, perché guardare fino in fondo ciò che sta accadendo non ci piace: troppa violenza, troppo degrado, troppo tutto. Tutto diventa più facile e l’amaro si mischia al sapore croccante di un cibo ben condito da gustare davanti al tg. Ma quanto questo cibo è davvero commestibile? Per questo ho deciso di spingere la storia oltre alle dinamiche familiari, proprie dello Zoo di Vetro e di parlare più direttamente di una città X, con una fabbrica X (L’Italia di queste fabbriche X ne ha un po’, basta pensare a ciò che sta accadendo a Taranto, a Trieste, Gela, o altri casi come Cetraro e la sua Nave dei Veleni; tanti ce ne sono di questi “casi” e un foglio non basterebbe) e di una famiglia incompleta X: madre e due figli, un ragazzo e una ragazza.
L’obiettivo è di raccontare una favola che parli di noi, che annaspiamo nel paradosso del vorrei ma non posso, quando dovremmo soltanto imparare a nuotarci dentro, sorridendo di noi, ponendo e facendoci delle domande. Con “Ciclopi- Terra di nessuno” desideriamo tornare a un teatro necessario, attivo, per la polis, in cui l’originalità sta anche nella figura del drammaturgo che insieme al regista e agli attori crea il testo in sala prove. Un lavoro di squadra dall’inizio alla fine, un’officina in cui tutti hanno la loro funzione, con ruoli specifici, senza gerarchie. Un teatro più artigiano, anticrisi, che si riprenda il suo spazio senza per questo occupare quello di altri”
Paola Tarantino.